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Edenred, inventore del ticket restaurant e leader mondiale nella gestione dei fondi finalizzati per le imprese, e Zucchetti, importante player nel settore del software applicativo con un’elevata specializzazione nel campo della gestione delle risorse umane, hanno siglato una partnership per realizzare una multi solution che consenta la gestione unificata delle presenze e degli accessi dei dipendenti e dei buoni pasto elettronici.
La card elettronica Ticket Restaurant Smart diventa anche un badge valido per le presenze e per il controllo degli accessi con nuove funzionalità, fruibili direttamente dal terminale, per la rilevazione presenze. Mediante un unico strumento, le aziende potranno gestire i buoni pasto dei dipendenti e registrare i loro orari di presenza per inviarli poi al sistema informativo centrale in vista della generazione delle buste paga, nonché verificare l’ingresso degli addetti nei vari ambienti aziendali.
I vantaggi per le imprese sono davvero tanti. Una sola tessera aziendale permette di soddisfare due necessità differenti e offrire nuovi servizi ai dipendenti; consente, da un lato, di ottenere una maggiore sicurezza a livello informatico e di dematerializzare i processi con una sostanziale riduzione dei costi legati alla circolazione di carta e, dall’altro, un notevole aumento dell’efficienza.
Entrambe le società hanno manifestato grande soddisfazione per l’accordo, che rappresenta l’unione tra due mondi finora separati: la gestione dei titoli di servizio e il software applicativo. Leggi tutto >

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Dopo il successo dell’edizione padovana del febbraio scorso, per il ciclo di incontri di Sviluppo & Organizzazione, si è tenuta a Milano la seconda tappa dedicata al welfare aziendale. L’iniziativa è stata sostenuta dai principali attori del mercato: Studio Legale Chiomenti, Coopselios, Day Ristoservice, Edenred, Ieo, Muoversi, Sodexo, Welfare Company e Willis. Tra i temi affrontati, il valore del welfare come leva d’eccellenza per la gestione delle persone, le metodologie che consentono di implementare piani di welfare aziendale, la cultura dei flexible benefit, il concetto di qualità della vita come responsabilità dell’azienda, il welfare e le problematiche fiscali. Presenti anche importanti voci dal mondo delle imprese: casi di aziende eccellenti che hanno sviluppato efficaci politiche di welfare aziendale a sostegno dei propri dipendenti e dei territori limitrofi. Leggi tutto >

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di Gino Armuzzi

Negli attuali contesti complessi, l’aumento di informazioni non garantisce una comunicazione efficace, anzi può inficiarla. Come impostare una buona comunicazione in azienda in modo che possa incidere positivamente sulle persone e trasmettere il messaggio desiderato in maniera ottimale? Alcuni accorgimenti possono aiutarci a fare la differenza. Generando coinvolgimento spontaneo, maggiore consapevolezza e nuovi stimoli. Leggi tutto >

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di Francesco Donato Perillo

Certo la leggerezza, virtù proclamata da Italo Calvino nelle sue Lezioni americane come valore da portare nel nuovo millennio, non è proprio caratteristica tipica del manager. La condizione manageriale è piuttosto caratterizzata dal suo opposto: la pesantezza, che si annida nelle priorità da inseguire, nelle performance da garantire, nelle pianificazioni, programmazioni e controllo di progetto, nelle puntuali revisioni di budget, nella necessaria tracciabilità di ogni azione gestionale. Ma nell’esecuzione del business c’è un punto critico, un buco nero, un tallone d’Achille: il coinvolgimento personale e la motivazione delle persone-risorse che abilitano la creazione del valore nell’impresa. I nostri manager lo sanno bene, ma non lo dicono: solo mettendo al centro della propria consapevolezza di ruolo il valore della persona e del lavoro è possibile divenire ‘project leader’. Chi è il project leader?
Archibald, nel suo fondamentale manuale di Project Management1, declina le competenze del PM e le riassume nella ‘project leadership’ che è necessario esercitare in ognuna delle tre fasi del ciclo di vita di un progetto: nel tenersi in contatto con gli stakeholders, nel giocarsi la palla, nel concentrarsi sul risultato. Capacità relazionali, creative e trasformazionali rappresentano così le condizioni per il raggiungimento del risultato e il fattore di successo di ogni progetto, direttamente proporzionali al grado di complessità da affrontare. ‘Soft skills’, competenze leggere perché distinte da quelle tecnicospecialistiche, che invece sarebbero ‘hard’, pesanti. La leggerezza tuttavia non risiede nel minore impegno che esse comportano, quasi si trattasse di capacità volatili e ineffabili. In realtà ciò che è soft richiede una piattaforma hard da cui decollare: soft è ad esempio la mente rispetto alla struttura neuronale, allo scheletro, ai muscoli, all’intero bios. Come la mente rispetto a qualsiasi corpo, è proprio questa competenza leggera a fare la differenza tra la mediocrità e l’eccellenza. A trasformare un normale tappeto in un tappeto volante, come direbbe Calvino.
Allora è davvero discutibile che all’impegno a investire e a sviluppare le capacità ‘pesanti’ non corrisponda altrettanto e maggiore impegno ad allenare quelle leggere. Quanto la leggerezza del manager è oggetto di formazione e valutazione nelle nostre aziende? Quanto ‘pesa’ per la carriera? Leggi tutto >

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