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Articoli, interviste esclusive, approfondimenti ed eventi sul tema GIOVANI e LAVORO.

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A cura della Redazione

Zeis Excelsa, solida realtà industriale – operante nel settore della produzione e vendita delle calzature – che produce e distribuisce i propri prodotti in oltre 30 paesi, annuncia la 4° edizione di Zeis Academy.

Si riaprono dunque le porte per i futuri talenti di tutto il territorio nazionale, che siano interessati a vivere l’iter di ideazione e realizzazione di un prodotto di moda, così contribuendo alla creazione delle prossime collezioni! Leggi tutto >

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di Livio Macchioro

Premessa anagrafica
Quanto segue dev’essere letto tenendo conto che ho 58 anni. Parte delle considerazioni che seguono penso valgano per il lavoro precario a prescindere dall’età. Altre probabilmente sono meno applicabili al lavoro precario giovanile, soprattutto per quanto attiene alle problematiche degli obiettivi lavorativi strategici. D’altra parte, in tempi di crisi, –quando spesso diventa importante la componente ‘sopravvivenza’– anche in questo campo le posizioni, probabilmente, si avvicinano.
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di Tatiana Arini

Lavorare lontano dalla propria terra è difficile. Lasciare il proprio paese rimette in discussione l’identità dell’individuo, scatenando quello shock culturale che talvolta genera sentimenti di perdita e sradicamento: la ‘crisi’ che ne deriva (dal greco ‘krísis’: separazione, decisione, giudizio) è anche un’opportunità per apprendere e integrare le nuove conoscenze con le proprie radici, traducendosi in un processo di evoluzione e crescita della persona. La mobilità infatti permette quello scambio tra culture diverse, sempre arricchente, che dovrebbe essere ormai all’ordine del giorno nel mondo globalizzato. Tuttavia, non si può dire che l’internazionalizzazione sia un fatto sperimentato in ogni ambito lavorativo e da ogni fascia della popolazione italiana: molti contesti, infatti, non sono interessati dal contatto con l’altro –altri paesi, altre culture– rimanendo sostanzialmente isolati dalla dimensione globale. Ma l’Italia ha bisogno di assumere una connotazione più internazionale che possa renderla competitiva nello scenario attuale: quel che manca nel nostro Paese è dunque una condivisione delle best practice adottate a livello sopranazionale e apprese dai nostri emigrati all’estero, che potrebbe apportare idee inedite in settori strategici e dare una sferzata vitale al nostro sistema economico, per uscire così da un’impasse che ha messo in ginocchio numerose imprese e generato frustrazione e sfiducia da parte di molti lavoratori. Leggi tutto >

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