Nel 1974 un cronista di ABC News, accompagnato dal figlio, chiese ad
Arthur C. Clarke di raccontargli il futuro di quel bambino: “
Avrà a casa almeno una consolle con la quale dialogare con i computer e recuperare tutte le informazioni che gli servono nella vita quotidiana, dagli
estratti conto della banca alle prenotazioni del teatro ”, rispose l’autore di 2001 Odissea nello Spazio.
Ancora: “Avrà uno schermo e una tastiera e parlerà col computer e riceverà informazioni e considererà tutto questo scontato, come consideriamo oggi scontato il telefono”. Se, ammetteva Clarke, c’è il rischio di sviluppare una dipendenza dai computer, l’altro lato della medaglia è che questi “arricchiranno la nostra società, perché ci consentiranno di vivere davvero ovunque vogliamo.
“Ogni businessman, ogni dirigente potrà vivere quasi ovunque sulla terra e continuare a fare affari grazie a strumenti come questi ed è stupendo, perché significa che non saremo bloccati nelle città, ma potremo vivere in campagna od ovunque preferiamo e continuare a portare avanti un’interazione completa con gli esseri umani così come con gli altri computer”.
Il video di quell’intervista, concentrato di profezie su pc, internet, assistenti vocali e Smart working, ha aperto il 28 novembre a Roma la quarta edizione del seminario
A ciascuno il suo Smart Working – il lavoro agile che fa bene al business Leggi tutto >