Decreto Dignità, Assolavoro: “Interventi disastrosi per l’occupazione”

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Continua a generare polemiche il decreto Dignità tanto voluto dal Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio. Tra le critiche piovute sul provvedimento, da poco approvato dal Consiglio dei Ministri, anche quella di Assolavoro, l’associazione che riunisce le principali Agenzie per il lavoro del nostro Paese (sono 46 le Apl rappresentate che producono oltre l’85% del fatturato relativo alla somministrazione in Italia).

Questa voce si unisce al coro, che arriva soprattutto dal mondo delle imprese, ma anche dei Direttori del Personale e degli esperti di economia.

Per Assolavoro il decreto Dignità potrebbe mettere a rischio quasi 700mila posti di lavoro, creati attraverso modalità contrattuali di somministrazione, a cui si aggiungono i dipendenti diretti delle Apl: oltre 10mila persone, occupate stabilmente nei 2.500 sportelli diffusi sull’intero territorio italiano.

A supporto di questa dichiarazione e per dimostrare le ricadute reali di questo rapporto di lavoro sull’economia, l’associazione –che conta tra i suoi membri organizzazioni come GiGroup, che in un post su LinkedIn ha rilanciato l’allarme di Assolavoroha fornito i numeri chiave generati dal lavoro somministrato nel nostro Paese nel 2017.

Infatti sono stati ben 439mila i lavoratori che hanno trovato impiego attraverso queste modalità solamente nel corso dell’anno passato, contando anche il 10% di questi, che è stato assunto dalle Apl a tempo indeterminato.

Chi si trova in regime lavorativo di somministrazione, ci ricorda Assolavoro, ha le stesse garanzie e tutele del lavoratore dipendente, ma al contempo ha anche accesso gratuito a formazione e welfare aggiuntivo.

In questo campo è stato messo in risalto l’operato di Ebitemp, l’ente bilaterale nazionale per il lavoro temporaneo, che nel periodo preso in considerazione ha erogato prestazioni che hanno superato quota 10 milioni di euro.
Queste hanno compreso i contributi per la scuola della prima infanzia, il sostegno per il lavoratore in maternità, la tutela sanitaria e il contributo monetario post infortunio.

Sempre nel 2017 Forma.Temp, il fondo per la formazione e il sostegno al reddito dei lavoratori in somministrazione, si è occupato con successo di 243mila persone, grazie anche a investimenti di settore che hanno superato i 200 milioni di euro.

L’impatto del decreto ha destato preoccupazioni anche attorno al tema sempre caldo dell’occupazione giovanile. I numeri di Assolavoro parlano di un’età media di coloro che hanno lavorato in somministrazione inferiore ai 35 anni in oltre il 53% dei casi. Non solo, a dimostrazione della validità di queste misure, uno su tre tra gli Under 35 ha avuto accesso a un’occupazione stabile dopo il periodo d’impiego tramite agenzia.

C’è anche una non irrilevante questione economica: secondo i dati raccolti da Assolavoro, nei 20 anni dalla sua creazione il lavoro somministrato ha creato un giro d’affari che corrisponde allo 0,5% del Prodotto interno lordo, creando 19 miliardi di gettito fiscale Irpef e 27 di gettito fiscale Inps.

Assolavoro ha voluto ribadire la necessità di un confronto tra le parti onde evitare: “interventi disastrosi per l’occupazione che potrebbero determinare una recrudescenza del lavoro irregolare e sottopagato, per troppo tempo piaga del nostro Paese”.

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