Autore: Francesco Donato Perillo

Francesco Donato Perillo è formatore manageriale e docente gestione risorse umane, Università Suor Orsola Benincasa.

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“Mettete insieme i runner aziendali!”. C’è qualche azienda che ha deciso di instaurare, a suo giudizio, e senza nulla dover contrattare con i sindacati, una buona pratica: basta con i pranzi di lavoro per cementare lo spirito di corpo, basta con asili, palestre e lavanderie. Ora è tempo di jogging meeting, tutti insieme a correre nel parco aziendale.

Varie aziende lo hanno già fatto. Immagino una bella comunicazione del Direttore delle Risorse Umane indirizzata a tutti i dipendenti: “Caro collega, da oggi è operativo il nostro parco aziendale, un luogo di aggregazionee di riflessione di cui potrai usufruire quando vorrai, da solo o in compagnia del tuo team. Fuori del tuo ufficio, all’ombra di querce e di tigli, potrai respirare un’atmosfera green, allargare polmoni e orizzonti, magari anche mangiare un frutto e fare una doccia negli spogliatoi. Perché, consentimi di citare Giovenale, la rigenerazione del corpo è la condizione per far star bene la mente. Abbi cura di te!”. Leggi tutto >

il valore del femminile nelle organizzazioni

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In questo contesto così profondamente mutato e instabile, di fronte alla precarietà dei progetti di lavoro come dei progetti di vita, ogni distinzione di ruolo o di condizione tra uomini e donne sembra perdere di significato.

Nell’impresa, forse prima e più che nella società e nelle nuove famiglie estese, comincia finalmente a tramontare la percezione di un’identità di genere. Perché al di là di ogni differenza di sesso, età, razza o religione c’è innanzitutto bisogno di identità personale: di individui –uomini o donne– capaci di guidare se stessi e di accogliere l’incertezza e la sfida. Che siano padri e madri insieme nell’agire quotidiano, in famiglia come nel lavoro. Leggi tutto >

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“I tavoli sono cose da mobilieri, mandatemi pure una email”. Le parole a volte tradiscono e a volte anticipano i comportamenti: con questa battuta, colorata di ironia, ma dal retrogusto sottilmente sprezzante, Matteo Renzi liquidava, da Premier, le politiche di concertazione tra Governo e forze sociali. E così, senza alcun tavolo sindacale, quell’Esecutivo, con autonoma iniziativa, riduceva il cuneo fiscale sul lavoro, elargendo nella busta paga dei lavoratori dipendenti il bonus di 80 euro, mettendo nelle loro tasche più di quanto nessun rinnovo dei contratti collettivi avrebbe potuto riconoscere. Come con decreto –e dunque senza nessun tavolo con Confindustria– portava la durata dei contratti a tempo determinato a 36 mesi senza necessità di una causale. Leggi tutto >

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