Gnp 2016, allarme debito e welfare mix: serve un confronto tra le parti sociali

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Si è da poco conclusa a Napoli la sesta edizione della Giornata Nazionale della Previdenza e del Lavoro’ (Gnp 2016), manifestazione organizzata da Itinerari Previdenziali al cui interno ha avuto luogo il convegno 2016: L’anno della flessibilità in uscita. Opinioni e proposte a confronto, realizzato in partnership con Associazione Lavoro e Welfare.

Sotto i riflettori dell’edizione 2016 il fardello del debito pubblico – quest’anno a quota 2.214,9 miliardi – che le nuove generazioni sono chiamate a portare sulle spalle, pesando anche sul loro futuro previdenziale.

A lanciare un grido d’allarme è stato Alberto Brambilla, Presidente Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali nonché organizzatore della Gnp: “Fermare il debito pubblico è l’unica via per garantire un vero patto intergenerazionale tra giovani e anziani al fine di consentire lo sviluppo del nostro Paese. Lo Stato è una famiglia e non può pensare di dare un futuro ai propri figli continuando a indebitarsi; tanto più che nostra produttività è inferiore rispetto a quella dei competitor e così pure la ricchezza prodotta è minore rispetto a quanto si consuma; eppure c’è chi sostiene l’aumento della spesa, e quindi del debito, per il welfare”.

Per rispondere all’allarme Brambilla ha ribadito tre semplici regole:

  • non aumentare più di un solo euro la voragine del debito pubblico;
  • finanziare la spesa pubblica unicamente in funzione di quanto possiamo effettivamente permetterci, sposando strategie di welfare mix ovvero di connubio tra pubblico e privato;
  • mettere in atto politiche di razionalizzazione della spesa, con obiettivi precisi, che ci permettano di abbattere il debito ogni anno.

Presente all’incontro, l’Onorevole Pierpaolo Baretta, Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, sul tema della flessibilità in uscita ha commentato: “Il governo ha preso un orientamento definitivo. Siamo pronti a ragionare sulle modalità con le quali affrontare la questione: capire se e quante risorse deve immettere lo Stato per rendere la flessibilità possibile. Credo che anche i fondi pensione e il sistema bancario debbano essere protagonisti. Valuteremo le soluzioni più convenienti per il lavoratore che andranno conciliate però con la sostenibilità pubblica dell’operazione”.
Cesare Damiano, Presidente della Commissione Lavoro presso la Camera, ha specificato che la cornice giusta per la flessibilità in uscita sarà la prossima Legge di Stabilità. “L’obiettivo, ora, è fare in modo che il governo convochi le parti sociali e apra al più presto un tavolo”.
Concludendo i lavori, Brambilla ha ribadito come il mercato del lavoro sia troppo ingessato. Non consente infatti turnazione in settori innovativi, mentre comporta per i settori maturi notevoli risorse per gli ammortizzatori sociali. “Non esiste un metodo di calcolo contributivo che non abbia come contraltare la flessibilità in uscita”.

 

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