Genitorialità;Intoo

Welfare, la genitorialità secondo Intoo

, , ,

Gi Group, Intoo, Alessandra Giordano
Alessandra Giordano, Direttore Delivery di Intoo

Il tema del welfare è diventato negli ultimi anni di grande attualità per svariati motivi: da quello puramente fiscale alla presa di consapevolezza da parte dei datori di lavoro della necessità di rendere il compenso qualcosa di più completo e impattante rispetto alla semplice remunerazione monetaria, andando incontro a esigenze legate alla qualità di vita.

Tra welfare e wellness il passo sembra di conseguenza breve. Il benessere dei dipendenti infatti è un altro dei temi dibattuti che ha acquisito tanta più importanza quanto più i luoghi di lavoro sono cambiati.  Il valore delle persone è diventato oggetto di interesse in quanto patrimonio da mettere in evidenza e a sistema. Scoprire i loro talenti e fare in modo che non siano dispersi rimanda a un’idea di attenzione che, nell’interesse reciproco di azienda e persona, permette di creare una percorso virtuoso che fa del benessere una leva di retention fondamentale.

Abbiamo così voluto ascoltare l’esperienza Alessandra Giordano, Direttore Delivery di Intoo, società di Gi Group, che si occupa da 25 anni di outplacement, sviluppo di carriera e welfare.

I programmi che vengono messi in atto sono intesi, in senso ampio, per andare incontro all’interesse dei lavoratori e del loro benessere”, inizia così Giordano che precisa: “Parliamo innanzitutto di programmi di employability che mirano a rendere la persona consapevole di quello che sono le sue competenze e del momento che sta vivendo all’interno del proprio percorso di carriera e di vita.”

Employability: la maternità diventa una competenza

L’idea che sta alla base del programma Moms@Work è quella di dare un’opportunità ai professionisti di fare un bilancio con cui riconsiderare il proprio posizionamento all’interno o all’esterno dell’azienda.

Una delle situazioni in cui questo bilancio può costituire un’interessante opportunità è quello legato alla maternità, con l’accompagnamento della mamma dal momento in cui comunica di essere in attesa a quando fa ritorno sul posto di lavoro.

Questo periodo è particolarmente delicato, sia perché i mesi di assenza possono creare uno scollamento dal contesto e dai suoi percorsi, sia perché la neomamma si trova a dover ribilanciare la propria vita personale e professionale in funzione della sua nuova condizione.Genitorialità

L’intento del programma è quello di rendere consapevole la persona rispetto alle competenze che possiede e a quelle generate dall’esperienza della gravidanza: delega, resilienza, ascolto attivo, fare rete e pianificazione sono le cinque skill che madri sviluppano per gestire al meglio la nuova situazione, e guarda caso sono proprio quelle che oggi le aziende chiedono.

Altro aspetto di grande valore è costituito dalla possibilità di chiarire gli obiettivi e comprendere la possibilità di ritrovare in azienda una posizione più adatta alle proprio esigenze e alla valorizzazione delle loro qualità.

Allo stesso tempo è di grande interesse per l’azienda non perdere le competenze delle neo genitrici, ma è anche un atto di responsabilità da parte delle donne che, così accompagnate, sono in grado di fare una scelta più consapevole, senza subire il dilemma che si apre di fronte a molte di coloro che decidono di diventare madri. L’intervento non è di tipo psicologico, ha continuato Alessandra Giordano, ma professionale, e si rivolge alla professionista di cui ne vuole tutelare le competenze.

Moms@Work si è ampliato nel tempo, prevedendo anche la partecipazione dei padri. Responsabilizzare entrambe le parti della coppia genitoriale è un altro modo per potenziare l’employabily delle persone, perché anche i padri sono messi alla prova da questa esperienza.

Il tema della conciliazione interessa sempre più anche loro e la loro partecipazione attiva concede alla donna la reale possibilità di fare scelte dettate dal proprio desiderio e non dall’obbligo. I padri condividono così la nuova esperienza e assumono maggiore consapevolezza rispetto al loro ruolo nelle scelte della propria compagna e anche delle proprie.

I manager allineati su i nuovi modelli di gestione: dalle neomamme un ulteriore stimolo

L’altro aspetto che viene curato è quello relativo al management che deve allinearsi rispetto a questo nuovo modo di trattare il tema della genitorialità che un tempo, e ancora oggi, è spesso affrontato dalla donna in solitudine.

A dimostrarlo sono le migliaia di donne che lasciano ogni anno il posto di lavoro, fenomeno questo peraltro in crescita con gravi danni per le aspirazioni e la qualità della vita della donna e al tempo stesso per il crescente pericolo di depauperazione del know how aziendale.

Sensibilizzare e allineare i capi su questo modo di affrontare la maternità da parte dell’azienda è infatti essenziale per dare a tutte le stesse opportunità e per riorganizzare il modo di lavorare in funzione anche delle loro esigenze: una riunione alle 6 di sera per esempio costituisce una situazione da evitare se si vuole permettere alla donna di partecipare.

A questo si lega anche il diverso modo di gestire la leadership nel tempo dello Smart working che è una formula che si sta diffondendo e che sta riscuotendo grandi favori da parte delle neomamme.

Il valore aggiunto di questi programmi, spiega la dottoressa Giordano, sta nel fatto che le persone sono invitate a condividere idee, preoccupazioni e proposte in modo tale che ogni azienda trovi il proprio modello e che i manager abbiano negli incontri un momento di scambio e di confronto e di co-costruzione a cui oggi si pone sempre più attenzione.

L’orientamento dei giovani: istruzioni per l’uso

Altro capitolo del programma offerto da Intoo e sempre più richiesto dalle aziende stesse è l’orientamento dei figli dei dipendenti. Vengono organizzati incontri in cui i giovani sono informati sulle normative in tema di lavoro e delle modalità di selezione cui devono allenarsi, con una particolare attenzione sul corretto uso dei social che sempre più sono una fonte di informazione preziosa e delicata da cui si alimentano i recruiter per farsi un’idea più approfondita del candidato.

A fronte della necessità generale di renderli maggiormente consapevoli delle conseguenze di un comportamento poco attento, i ragazzi vengono sensibilizzati a un uso mirato dei propri profili per far sì che siano un biglietto da visita interessante e coerente rispetto alle loro aspirazioni.

Anche questo è un modo per essere vicini ai dipendenti hanno nel futuro dei propri figlio un elemento di preoccupazione a cui sempre meno riescono a far fronte da soli: il mondo del lavoro è in continuo cambiamento e quindi non sanno come affrontare il discorso con i propri figli.

Ciò che è percepito come una minaccia per le nuove generazioni può essere fonte di numerose possibilità, che ovviamente richiedono un orientamento proattivo e responsabile. Per muoversi nel nuovo mondo del lavoro sono necessarie competenze e conoscenze che i genitori non posseggono pertanto l’intervento dell’azienda li solleva dalle preoccupazioni legate a questo delicato passaggio che spaventa i genitori e disorienta i giovani.

Lo confermano anche le due giovani neolaureate che abbiamo intervistato per farci restituire le loro impressioni sull’evento in relazione alle loro esigenze. Le ragazze hanno partecipato al workshop che si è tenuto presso la sede di Gi Group, da cui hanno ricevuto importanti informazioni e soprattutto una lettura del mondo del lavoro di oggi che, sebbene mutato, offre opportunità in cui bisogna sapersi muovere.

Simona e Ilaria raccontano di una generazione già molto consapevole e dinamica che ha nella propria famiglia un sicuro appoggio, ma che deve destreggiarsi in una realtà che viene vista con molto timore e prudenza dai loro genitori. Difficile far comprendere che il lavoro, anche il più lontano dagli studi effettuati, può essere un’opportunità per avere nuovi contatti e quindi svilupparsi nella direzione delle proprie ambizioni. Difficile quindi ricevere indicazioni essendo venuti meno i presupposti cui gli adulti hanno fatto riferimento in passato.

Benessere organizzativo: un percorso circolare di consapevolezza e responsabilità

In entrambi i programmi appena illustrati la forza e l’efficacia arrivano dalla coerenza che si dà agli interventi rispetto all’attenzione generale che l’azienda pone verso i propri dipendenti. È un fatto quindi di natura culturale che parte dall’attenzione verso la persona che acquisisce strumenti per potenziare la propria consapevolezza e la propria employability, per tornare all’azienda in forma di maggiore ingaggio e fidelizzazione.

Da parte di Intoo c’è l’attenzione di calarsi nei linguaggi dell’azienda, nella sua cultura per ritagliare progetti che siano compresi e condivisi da tutta l’organizzazione. È un accompagnamento verso un approccio centrato sulla persona che muta stili e comportamenti e quindi si riverbera anche sulla cultura aziendale che si ritrova così cambiata attraverso interventi concreti di supporto.

I cambiamenti si fanno quando si possono fare, cioè ogni azienda deve essere consapevole della propria storia, del momento che sta vivendo, delle risorse che ha a disposizione, afferma Alessandra Giordano, e non ci sono ricette per il benessere aziendale preconfezionate, valide per tutte le aziende, ma percorsi specifici utili a raggiungere il risultato.

Cookie Policy | Privacy Policy

© 2019 ESTE Srl - Via Cagliero, 23 - Milano - TEL: 02 91 43 44 00 - FAX: 02 91 43 44 24 - segreteria@este.it - P.I. 00729910158
logo sernicola sviluppo web milano

Trovi interessanti i nostri articoli?

Seguici e resta informato!