Welfare aziendale, WBR-Lab

Welfare aziendale, i risultati del WBR-Lab

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Se la diffusione dell’argomento welfare aziendale è cresciuta in maniera esponenziale nell’ultimo biennio, di pari passo alla sua espansione all’intero del tessuto industriale italiano, uno degli aspetti ancora meno esplorati del tema rimane quello della valutazione dei ‘ritorni di valore’ degli investimenti in questo campo.

Proprio qui si inserisce l’attività del gruppo MAUNIMIB dell’Università degli Studi Milano Bicocca e Valore Welfare. Sotto la direzione e il coordinamento scientifico di Dario Cavenago, Professore Ordinario di Economia Aziendale e Coordinatore del gruppo di ricerca, l’innovativo Laboratorio Welfare Benefit Return (WBR-Lab), avviato con la collaborazione di Valore Welfare Srl, advisor specializzato nella costruzione di piani di welfare aziendale, illustra il prossimo 7 novembre 2018 i risultati della sua attività di ricerca su questo argomento.

Il Workshop, che si svolge presso l’Università Bicocca, vede anche la partecipazione delle otto importanti realtà aziendali che hanno condiviso il percorso di ricerca coordinato da Mattia Martini, la cui finalità è stata quella di definire una metodologia per la valutazione dell’impatto (lato azienda) derivante dall’adozione di programmi di welfare aziendale.

Tra le società che hanno preso parte ai lavori: Aeroporto di Bologna Spa; AXA Italia Spa; BPER Banca Spa; CIRFOOD s.c.; Havas Media Srl; ICCREA Banca; Italtel Spa e Milano Serravalle-Milano Tangenziali Spa

WBR-Lab rappresenta un percorso innovativo nel panorama delle attività di studio e di ricerca sul welfare aziendale. L’aspetto sinora meno esplorato dagli operatori del settore e dalle imprese nelle quali sono presenti dei piani di questo genere è proprio quello della valutazione dei ‘ritorni di valore’ che queste iniziative possono generare per l’organizzazione (considerando KPI sia di tipo tangibile, sia di tipo intangibile).

Le evidenze che WBR-Lab illustra nell’incontro di presentazione dei risultati della ricerca daranno conto della necessità di approcci capaci di sottoporre a misurazione gli scostamenti sugli asset più sensibili all’implementazione di interventi di welfare in azienda e di tradurli in risultati valutabili anche ai fini della sostenibilità finanziaria degli interventi stessi.

Un motore per il Change management

Il modello definito dagli attori del laboratorio si caratterizza per la sua capacità di integrazione e adattabilità rispetto alle specifiche caratteristiche di ogni singola impresa, favorendo l’avvicinamento al tema del welfare aziendale e la valutazione d’impatto organizzativo anche da parte di aziende di media e piccola dimensione.

“Il welfare aziendale rappresenta una leva in grado di migliorare l’ambiente di lavoro e sostenere nel tempo le prestazioni dei lavoratori e le performance aziendali e il lavoro svolto nell’ambito del Laboratorio WBR ha permesso di definire un percorso metodologico che consente di valutare l’impatto del welfare aziendale e ha evidenziato, in particolare, la criticità del processo di gestione e della comunicazione, come meccanismi di coinvolgimento attivo degli stakeholder di tali iniziative”, ha precisato Cavenago.

“In questa prospettiva il confronto con le imprese partner ha messo evidenza che i piani di welfare aziendale, insieme con altre leve di contesto (leve organizzative), possono agire sulla motivazione e le scelte dei dipendenti inserendosi nella catena del valore aziendale”.

“Il welfare aziendale è una prassi di People management che ha forti capacità di generazione di valore. Ma sin qui la letteratura esistente ci ha offerto esempi di misurazione degli impatti sul piano del benessere individuale o collettivo, non su quelli che possono avere immediato riflesso sui KPI direttamente collegati alla performance dell’impresa”, ha sottolineato Giovanni Scansani, Amministratore Unico e Co-fondatore di Valore Welfare.

Lo studio posto in essere da WBR-Lab si è quindi focalizzato sui riflessi gestionali che il welfare aziendale può avere per le imprese, considerando le prassi in essere nelle aziende come capaci di sostenere strategie in grado di rispondere alle necessità delle imprese stesse e ai bisogni sociali dei propri dipendenti.

Del resto, la sostenibilità –economica e sociale– dei piani di welfare aziendale, ricorda Scansani, non può prescindere da una preventiva capacità di quegli interventi di generare valore anche per l’azienda che li introduce nella sua complessiva organizzazione del lavoro.

“Ma il welfare aziendale fa davvero migliorare le performance aziendali, e quali? Domande la cui risposta appare ancora oggi estremamente incerta”, ha concluso Antonio Manzoni, Partner e Co-fondatore di Valore Welfare.

“Fondamentale per le aziende è monitorare l’effettivo contributo di queste iniziative al raggiungimento degli obiettivi aziendali. La metodologia WBR e la sua sperimentazione in Laboratorio ci ha permesso di passare dalla teoria alla pratica e di individuare gli indicatori e un quadro dei potenziali benefici del welfare aziendale per l’impresa, con alcune conferme e molte nuove indicazioni”.

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