
Welfare Aziendale: che cos’è, come si fa e perché conviene
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Grande successo per la prima tappa del roadshow Welfare Aziendale che si è svolta a Brescia il 24 ottobre 2017. Per gli oltre 50 partecipanti è infatti stato possibile ricevere elementi di ‘alfabetizzazione’ riguardo al tema welfare, accogliendo gli stimolanti spunti di riflessione offerti dai differenti punti di vista dei relatori, provenienti dal mondo della ricerca e della consulenza, delle organizzazioni sindacali e associazioni datoriali, senza tralasciare i player di mercato.
La casa editrice ESTE da diversi anni ormai si interessa ai temi del benessere organizzativo, a partire dalle pagine della rivista Sviluppo&Organizzazione e dalla pubblicazione della collana dei Quaderni, fino alla realizzazione pratica nell’attività convegnistica.
Il roadshow è l’occasione per concentrarsi sulle province del Centro-Nord Italia, tessuto imprenditoriale privilegiato per le PMI. Le prossime tappe toccano infatti Reggio Emilia (8 novembre), Firenze (22 novembre), Torino (13 dicembre), Treviso (18 gennaio), Monza (31 gennaio), Vicenza (14 febbraio), Bergamo (28 febbraio).
L’azienda deve prendere il posto dello Stato

Prendendo spunto dall’ultimo volume dei Quaderni di Welfare aziendale a cura di Franca Maino, il pomeriggio di lavori ha preso avvio dall’intervento di Lorenzo Bandera, Ricercatore del Laboratorio Percorsi di secondo welfare, che ha tratteggiato i principali elementi che caratterizzano la complessità della situazione italiana.
Popolazione che invecchia, legami familiari sempre più deboli, occupazione femminile ancora sotto la media europea hanno determinato la definitiva crisi del welfare pubblico. Per le aziende allora si manifesta l’opportunità di intervenire, attraverso il cosiddetto “secondo welfare”, laddove lo Stato non riesce ad arrivare. Si tratta di due dimensioni che vanno integrarsi con rilevanti vantaggi per le aziende.

Roberto Corno, Consulente del lavoro, ha proseguito illustrando le diverse tipologie di welfare aziendale che è possibile attuare: volontario, per regolamento o contrattato. In ogni caso si tratta di un’alleanza fra il lavoratore e l’imprenditore che, affinché porti benefici in termini di benessere ed engagement, non deve tralasciare aspetti organizzativi e comunicativi.
Corno, grazie alla sua esperienza di oltre 10 anni nel mondo della consulenza, ha invitato gli imprenditori a prestare particolare attenzione alla definizione di obiettivi chiari e misurabili, specie per il raggiungimento del premio di risultato, e a tener conto che all’interno dell’organizzazione saranno presenti inevitabili resistenze al cambiamento. Per queste ragioni diventa necessario affiancare alla realizzazione di un piano welfare, anche una comunicazione efficace.
Sindacati e associazioni datoriali: l’unione fa la forza

Grande onestà intellettuale ha caratterizzato l’intervento di Alessandra Damiani, Segretario Generale di Fim-Cisl Brescia: “Dal punto di vista sindacale, adesso dobbiamo far capire ai lavoratori il valore aggiunto portato dalla conversione del premio di risultato in welfare, valore che va ben oltre ai risparmi fiscali”. Al tempo stesso però la sindacalista ha riconosciuto che il lavoro più impegnativo da fare si svolge proprio all’interno delle fila del sindacato stesso, poiché “i lavoratori devono essere protagonisti nella definizione dei bisogni“: “Se non sono coinvolti in prima persona, le misure sono destinate a fallire“.

Ha ragionato in ottica di rete Roberto Zini, Vice Presidente con Delega al lavoro, alle relazioni industriali e al welfare di Associazione Industriale Brescia (AIB). Dopo aver ricordato che Brescia è la terza provincia manifatturiera in Europa, ha spiegato che “se l’obiettivo è migliorare il benessere dei lavoratori, bisogna orientarsi al dialogo, alla condivisione e al coinvolgimento di tutti gli attori coinvolti”. A tal proposito, anche le relazioni industriali vanno concepite in modo nuovo, per muoversi verso sviluppo, occupazione e benessere e superare l’ottica di conflitto.
Zini ha ricordato anche il progetto Welfare con noi, promosso da AIB, che offre assistenza e supporto nella realizzazione di piani welfare alle aziende del Bresciano: “Grazie alla formulazione degli accordi territoriali, è stato possibile intervenire anche laddove le Rappresentanze sindacali non erano presenti. È stato firmato un consistente numero di accordi, ma ancora molto c’è da fare”.
Welfare aziendale come strumento per gestire l’impresa

Luciano Consolati, Presidente di Rete ProWelfare e CEO & Owner di Metamanagement, ha offerto una lettura del welfare come strumento di gestione dell’impresa: “Dal momento in cui si adotta il welfare per la conversione del premio di risultato, è lo stesso raggiungimento degli obiettivi di produttività a generare le risorse da investire nella realizzazione del piano welfare“. I passaggi che quindi devono succedersi sono definizione del premio di risultato, realizzazione di un piano welfare e stipulazione di contratto di rete, affinché si concretizzi un clima di partecipazione, trasparenza e fiducia.

Ha concluso il pomeriggio di lavori Fabrizio Panero, Responsabile Marketing e Comunicazione di WellWork, che ha raccontato, a partire dall’esperienza di provider, come il welfare aziendale possa configurarsi come un percorso vantaggioso per aziende e lavoratori.
Il percorso di avvicinamento al go live della piattaforma welfare si articola in otto tappe, che mettono al primo posto le persone, quindi la capacità di lavorare insieme, l’ascolto dei bisogni e la formulazione di proposte; segue quindi una fase di training, nella convinzione che la conoscenza approfondita degli strumenti porti maggiori benefici, per passare all’azione. Ne conseguono comodità per i servizi offerti dalla piattaforma e soddisfazione, dell’imprenditore e dei lavoratori.