In alcune realtà aziendali italiane, in particolar modo nelle organizzazioni a carattere familiare,
l’arrivo di una risorsa rappresenta l’inizio di
una nuova storia lavorativa la cui durata può essere più o meno lunga.
Sin dal principio
lavoratore e azienda puntano a scrutarsi, a conoscersi, a porsi domande più o meno simili, anche se occupano
due poli diametralmente opposti: avrò scelto bene? Rispecchierà le mie aspettative? È la persona/Azienda giusta? Su questi e tanti altri interrogativi,
il fattore tempo –un po’ come nella vita– gioca un ruolo primario e aver avuto ragione o torto nell’aver selezionato la risorsa “X” o scelto l’azienda “Y” richiede
pazienza e riflessione.
Un ingresso salutato con il sorriso da parte del diretto responsabile, una scrivania già dotata di tutto quanto necessario (PC, dotazioni di cancelleria, account email aziendale) e una definita calendarizzazione di formazione aziendale sono segnali incentivanti che contribuiscono a tracciare il senso di ‘appartenenza’.
Quanto descritto non è che una fase della gestione del personale: di contro, c’è sempre un periodo in cui ci si ritrova a dover mettere a punto il “giocattolo” costruito negli anni, a dover fare scelte e oliare alcuni ingranaggi che nel tempo cominciano a incepparsi: il personale così diventa oggetto di studio e di valutazioni a volte frettolose. Se la risorsa X, ultima arrivata, inconsapevole protagonista di un processo di rinnovamento, non sarà la diretta interessata a dette valutazioni, non varrà lo stesso per i “senatori” e per i “nati” professionalmente in Azienda, spesso i veri artefici del successo.
Bisogna saper ascoltare tutti
Se da un lato il responsabile Risorse Umane dovrà porre molta attenzione alle politiche da seguire confrontandosi con i dipendenti attraverso l’ascolto, la valorizzazione e l’adozione di mirate politiche di welfare aziendale, dall’altro un buon imprenditore non potrà concedersi di fermarsi a godere il presente, ma dovrà puntare alla creazione di nuove opportunità e andare alla ricerca di nuovi sbocchi di mercato.
Ascoltare le “voci di dentro”, dal primo all’ultimo arrivato, ha un peso specifico da non sottovalutare: il confronto diretto, il recepire suggerimenti operativi, aiuta a valutare eventuali scelte che in precedenza probabilmente non sarebbero state prese in considerazione. Non solo: ascoltare direttamente la fonte di taluni “mugugni”, legati a vicende comportamentali piuttosto che economiche,
può aiutare l’imprenditore Leggi tutto >