Tag: Rubrica Lupi

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Chiara Lupi

In queste settimane parliamo di Jobs Act in un ciclo di eventi sul territorio. Un po’ una sfida organizzare un convegno sulla riforma del lavoro… tutti ne parlano, i dibattiti si moltiplicano e, nella maggior parte dei casi, ognuno tenta di far valere le proprie ragioni incurante delle motivazioni altrui. Forse è arrivato il momento di cambiare prospettiva. Nella tappa di Modena un relatore ci sorprende con delle ‘cartoline dal futuro’. Guido Caselli, direttore del Centro Studi Unioncamere dell’Emilia Romagna apre la sua riflessione facendoci ragionare sulle contrapposizioni. E per questo si affida a Italo Calvino e alla sua Zenobia, inutile stabilire se classificarla tra le città felici o tra le infelici. Non è in queste due specie che ha senso dividere la città, ma in altre due: quelle che continuano attraverso gli anni e le mutazioni a dare la loro forma ai desideri e quelle in cui i desideri o riescono a cancellare la città o ne sono cancellati. Tradotto, dobbiamo ostinatamente ambire a un modello insostenibile o abbiamo il dovere di immaginare un contesto che consente ai nostri desideri di prendere forma? Leggi tutto >

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Di Chiara Lupi

Fissare obiettivi a lungo termine, darsi degli orizzonti. Un’impresa difficile per i manager con l’assillo del risultato trimestrale. Far conciliare l’obiettivo di medio-lungo periodo con i risultati da portare a fine mese è un’impresa da super eroi –e da eroine, visto che questa rubrica si occupa, anche, di lavoro femminile–. Eppure dovremmo convincerci che guardare lontano è l’unico mezzo per costruire qualcosa di solido, che ci dia certezze. Dovremmo prendere spunto per convincercene, se ne abbiamo bisogno, da chi fa tutt’altro mestiere. La mia ex cognata, per esempio, è una paesaggista, progetta giardini, arreda terrazzi e, come ogni estate, da giugno a settembre la casa di campagna della sua famiglia diventa il nostro punto di riferimento. I miei figli hanno avuto la fortuna di crescere lì, passando i mesi di giugno e luglio al riparo dal caldo della città ma, soprattutto, liberati dall’assillo delle giornate organizzate dagli adulti. Una decina d’anni fa il terreno davanti alla loro casa, a causa di una strategia urbanistica scellerata, è diventato edificabile. Evidenti le conseguenze: inquinamento acustico, luminoso e visivo. La paesaggista interviene e al confine tra il terreno di proprietà e il cantiere in fermento pianta due alberi, un Morus Alba e una Paulownia Tomentosa. Alberi, allora mi era sembrato un eufemismo definirli tali. E infatti, timidamente, avevo espresso qualche dubbio. I fusti non superavano qualche metro d’altezza. Per coprire lo scempio ci voleva ben altro. “La natura ha i suoi tempi –diceva Licia–, bisogna saper aspettare”. Oggi, dopo sette o otto anni, davanti alla sua casa si ergono imponenti due alberi coperti di foglie e le costruzioni, frutto di maldestri interventi di geometri di campagna, si vedono sempre meno. Leggi tutto >

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