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Si è chiusa il 24 maggio 2019 la terza edizione della Settimana del lavoro agile, dedicata alla valorizzazione della flessibilità organizzativa in relazione agli obiettivi da raggiungere, senza vincoli di spazio e tempo. Lo Smart working è sempre più diffuso tra le aziende, anche quelle di settori più tradizionali, le quali stanno puntando sull’introduzione del lavoro agile per ottimizzare i loro processi e per andare incontro alle esigenze personali dei dipendenti. Ciò comporta la creazione di un nuovo rapporto tra lavoratori e organizzazione, basato non più su presenzialismo e controllo, ma sui principi di autonomia, fiducia e responsabilità. Leggi tutto >
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Il Disegno di legge che include anche lo Smart working o lavoro agile è stato approvato. L’aggiunta di “anche” è d’obbligo, perché nel provvedimento sono state indicate sia “le misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato” sia “le misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale”. In sintesi: maggiori tutele per i lavoratori autonomi e possibilità di lavorare da remoto per quelli subordinati. Come funziona la nuova legge? La normativa sullo Smart working fissa con chiarezza le nuove regole per la prestazione in modalità ‘agile’ con l’obiettivo di incrementare la competitività e agevolare la conciliazione vita-lavoro, ma senza creare una nuova tipologia contrattuale. Il focus, infatti, è sulla modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato che deve avvenire in parte all’interno dell’azienda e in parte all’esterno, senza una postazione fissa ed entro i limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale (i limiti sono stabiliti dalla legge e dalla contrattazione collettiva). La legge –e questa è una delle novità– impone l’obbligo di un “accordo scritto” da firmare all’inizio del rapporto di lavoro oppure durante il contratto: l’intesa prevede l’individuazione dei tempi di riposo e le misure tecniche e organizzative per assicurare la disconnessione dalle tecnologie. Leggi tutto >
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Se è mutato il modo di interagire e comunicare nella vita privata, a cambiare deve essere anche il mondo professionale. Sempre più imprese stanno cogliendo i reali vantaggi di una nuova organizzazione del lavoro, più flessibile e che permetta di conciliare i tempi di vita con quelli di lavoro. Ma il passaggio non è scontato. C’è bisogno di una svolta culturale.
Per questo esistono società specializzate che sostengono le imprese nel percorso di cambiamento.
Chi Cosa Come, brand creato dalla collaborazione tra Professional Solutions, Studio Platti e Studio Cella, nasce con la mission di offrire alle aziende un servizio a 360 gradi comprensivo di soluzioni innovative, come nel caso dello smart working.
Partendo dal presupposto che non si può fare business senza network, oggi importa tanto la presenza fisica quanto la connessione con tutti gli stakeholder. Servono modalità agili d’interazione, strumenti che permettono di scambiarsi le informazioni in tempo reale. Leggi tutto >