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Alla luce delle novità introdotte dal Jobs Act, di cui il Decreto Lavoro da poco convertito in legge costituisce il primo atto, Gi Group in collaborazione con OD&M Consulting ha effettuato un sondaggio su oltre 300 aziende (nel 70% dei casi PMI, appartenenti per il 64% al settore dell’industria e per lo più (70%) situate nel Nord Ovest)per capire come le organizzazioni prevedono di cambiare il ricorso alle tipologie contrattuali nel corso del prossimo anno. Leggi tutto >
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Il Jobs Act, di cui il Decreto Lavoro appena convertito in legge costituisce il primo atto, sembra incoraggiare e facilitare la buona flessibilità.
Nello specifico, l’eliminazione della causale, che ha interessato sia il contratto a termine sia la somministrazione, consentirà alle aziende una più facile gestione della flessibilità in entrata, senza inutili contenziosi. Anche le norme sull’apprendistato faciliteranno un’applicazione più estensiva dello strumento. Leggi tutto >
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Il 7 maggio è stato votato al Senato il decreto n.34 (20 marzo 2014), meglio noto come Jobs Act, per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese. Il disegno di legge, proposto dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, mette mano alla riforma dei più importanti istituti legati al welfare e ai servizi di lavoro, oltre che al riordino dei contratti. Il problema, d’altra parte, è quanto mai urgente e anche gli ultimi dati legati al tasso di disoccupazione mostrano la necessità di intervenire. Leggi tutto >
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Politiche attive del lavoro. L’AD di Intoo, Cetti Galante: outplacement obbligatorio per le aziende che licenziano
“Il Jobs Act di Matteo Renzi ha avuto indubbiamente il merito di riportare sotto i riflettori il tema lavoro. Anche altre forze politiche hanno messo sul tavolo le rispettive proposte e tutto ciò è senza dubbio positivo. Tuttavia non è ancora emersa con sufficiente chiarezza la necessità di implementare un efficiente sistema di politiche attive finalizzato alla ricollocazione professionale. Continuare a focalizzarsi sulle politiche passive non basta: non educa la persona a reimpiegarsi attivamente e in modo celere nel mercato del lavoro ed è un sistema troppo oneroso (5,4 miliardi spesi in CIG secondo la CIGL dal 2008 a oggi −Fonte dati: Osservatorio CIG della CGIL nazionale, rapporto di dicembre 2013−). Leggi tutto >