Tag: formazione

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di Renata Borgato

La quarta di copertina del volume recita: “il volume analizza l’applicazione del teatro in diversi contesti educativi e formativi e si propone di ridefinire gli ambiti di studio e di sperimentazione della metodologia teatrale offrendo –attraverso un quadro ricognitivo accurato– suggerimenti utili per la definizione delle pratiche teatrali in formazione”. La presentazione descrive perfettamente il libro ma, al contempo, non ne evidenzia a pieno la caratteristica principale: la variegata ricchezza delle tematiche trattate. Già dall’esame dell’indice si ha l’impressione che le autrici siano state ispirate quasi da un’ansia di completezza, dalla volontà di trattare la materia da tutte le angolature possibili, di non trascurare alcun aspetto, pur dovendosi misurare con un tema variegato e in continua evoluzione. Riescono a farlo senza cadere in banalizzazioni e semplificazioni e mettono nelle mani del lettore un testo organico il cui filo conduttore è perfettamente percepibile pur nelle diverse articolazioni. Leggi tutto >

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TAVOLA ROTONDA SULLA FORMAZIONE MANAGERIALE

di Mara Tabusso 

Se cambiano le regole del mercato, cambia anche il modo nel quale si fa formazione? La contrazione del mercato e la riduzione degli investimenti, che impatto hanno sulla formazione, sui contenuti, sui metodi? In questo scenario, quale formazione per vivere il presente e attrezzarsi per costruire il futuro? E poi, cosa ci si attende dagli interventi formativi, come si misurano i ritorni? Abbiamo cercato di trovare risposte a questi interrogativi nel corso del dibattito che la nostra rivista ha organizzato lo scorso 25 gennaio e riportiamo nelle pagine seguono il resoconto dei contenuti emersi. Leggi tutto >

Vedere oltre

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L’Impresa imperfetta – di Francesco Donato Perillo –

Quando pure saremo usciti da questa infinita crisi e ci avvieremo come persone e come azienda verso una fase di ripresa, come pensiamo di gestire la nuova normalità? Posto il fatto che il sistema dentro il quale operiamo, quello dell’economia del mercato globale dei beni e della finanza, è per sua natura instabile, occorrerà tuttavia non gettare via l’esperienza della crisi e provare invece a correggere qualcosa, a fare diversamente, se non al livello di sistema, almeno nel piccolo della nostra azione quotidiana. Non è possibile infatti non imparare dagli errori, né è accettabile rassegnarsi allo scetticismo e al senso d’impotenza davanti alle forze occulte che reggono il mondo (che nostalgia, per la ‘mano invisibile’ che una volta regolava il mercato…). Alla grande e bella politica, se c’è, consegniamo la missione di migliorare il mondo, o almeno di fermare la frana verso la catastrofe; ma a noi stessi, ai nostri colleghi, ai nostri diretti responsabili, ai numerosi stakeholders personali e professionali cui siamo connessi, è affidata l’azione del cambiamento nelle organizzazioni. A chi diversamente? Ai responsabili apicali, ai manager top-top, ai vertici che cambiano più velocemente delle quotazioni di borsa? Il direttore marketing della mia azienda potrà trovare il modo di reimpostare su basi di lunga durata la relazione con il sistema-cliente; il direttore finanziario potrà rinunciare a ricercare ogni espediente contabile per fare il lifting dei conti, e spingere invece la macchina manageriale verso la realizzazione di margini più solidi e meno volatili; il project manager non cercherà accondiscendenti scorciatoie per chiudere il suo progetto ai costi concessi, ma considererà senza sconti i costi di un serio recovery plan dei rischi; il direttore acquisti non strangolerà i fornitori ricattandoli sull’acquisizione della commessa, potrà invece adoperarsi per costruire con essi una relazione stabile, solidale e trasparente; il direttore operations potrà concentrarsi sulla effettiva riduzione degli sprechi migliorando i processi senza necessariamente stressare fino alla rottura i parametri di produttività della macchina. E il direttore del personale? Lui comincerà a prendere la parola nelle riunioni del comitato esecutivo e a dire che il costo del lavoro è sempre sotto controllo, ma è ormai una componente secondaria del costo del prodotto; che il valore di una competenza tenuta allo stato dell’arte crea il valore; che per questo la formazione non è più un optional e chi la evita non può far carriera in quest’azienda; che così com’è l’Mbo spinge i manager a fare guasti e a impegnarsi solo su obiettivi di breve periodo; che senza rigore e trasparenza nei criteri di promozione e retribuzione si perde l’anima dell’impresa; che, cari colleghi, non possiamo più tornare a fare come prima della crisi, qualcosa va cambiato e tocca a ognuno di noi capire cosa. Non vorrei essere nei suoi panni. Forse proprio a lui, al direttore delle ‘risorse umane’, tocca la missione più impegnativa per la costruzione di una nuova impresa. A ciascuno il suo, senza aspettare la regia del capo azienda, ma facendosi promotore di un cambiamento non eterodiretto, concreto e privo di rumore, anche piccolo, ma grande e contagioso perché frutto di una motivazione intrinseca e professionale. Nessun cambiamento avviene infatti per decreto. Come ci ha insegnato Kotter1 per innescare il cambiamento occorre generare un “senso di urgenza” nelle organizzazioni e poi agire con la leva di una potente e diffusa comunicazione. Ma prima di tutto avere una visione, vedere oltre. La capacità di ‘vedere oltre’2 è una competenza irrinunciabile per ogni professionista. Ecco: abbiamo sul nostro tavolo e nei nostri uffici tutti gli ingredienti per agire. Basterebbe rispondere alla domanda: cosa ci portiamo, in termini di pratiche, di processi, di comportamenti organizzativi, nell’impresa dopo la crisi? E cosa è opportuno invece gettare via per consentire alla mongolfiera di sollevarsi di nuovo? Non c’è una ricetta, un manuale di prescrizioni. C’è la mia personale sensibilità umana e professionale. Ed è tanto.  Leggi tutto >

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Aziende e fornitori si confrontano sul tema del welfare aziendale

E’ online l’agenda della tappa milanese del convegno BenEssere, che si terrà presso l’hotel Michelangelo il 26 febbraio 2013, dalle 9.00 alle 16.30.

Interventi di aziende sponsor si alterneranno all’esposizione di casi di eccellenza (Adidas, ATM, Mattel, Osram) per parlare di welfare aziendale e benessere nell’ambiente di lavoro. Leggi tutto >

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