Tag: cambiamento

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di Aurelio Luglio (Direttore Sviluppo Persone e Organizzazione – AEROPORTO DI BOLOGNA)

L’allineamento fra i valori dell’azienda e quelli individuali è più raro dell’allineamento dei pianeti. Ma è possibile indurre un avvicinamento fra essi con esercizi ed esperienze profonde che si rivolgano al cuore degli individui coinvolti? È accaduto il 6 maggio 2011 al gruppo dirigente, al middle management e ai professional dell’Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna e anche, seppur di riflesso, a tutti coloro che, impegnati nella gestione quotidiana delle operazioni aeroportuali, non hanno avuto l’opportunità di vivere direttamente l’esperienza ma ne hanno comunque tratto utile ispirazione…  Leggi tutto >

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di Mauro Magistro

Quando si dice che bisogna mettere le persone al centro, che è necessario valorizzare i giovani talenti, si rischia spesso di far della retorica. O, nel più fortunato dei casi, di sbilanciarsi con dichiarazioni d’intenti che non avranno mai modo di concretizzarsi. Ma non sempre va così. In questo articolo riportiamo un caso speciale: Banca Carime ha puntato sui giovani non a parole, ma con azioni concrete. In queste pagine troverete l’attuazione di un progetto che ha coinvolto quasi 500 giovani su un totale di organico aziendale di 2.000 persone. Un progetto che è stato definito un viaggio alla ricerca del cambiamento. Leggi tutto >

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FOCUS: STRUMENTI IT PER L’HR

Confrontandoci con alcuni dei maggiori vendor di tecnologie e servizi a supporto delle divisioni Hr sono emerse le esigenze più ‘immediate’ delle direzioni del personale che la tecnologia deve soddisfare, portando un valore aggiunto in un mercato in continua evoluzione.

La parola a Docebo

Secondo il punto di vista di Claudio Erba, CEO e fondatore di Docebo, ci sono leve importanti per fronteggiare un mercato velocemente: “Le direzioni del personale oggi sono più focalizzate verso strumenti che consentono l’immediata reazione rispetto a qualsiasi tipo di cambiamento del mercato, quindi la ‘velocità’ è ormai un aspetto imprescindibile. Ma anche il trasferimento e la condivisione della conoscenza tra le persone all’interno delle organizzazioni, in modo da allineare il ‘sapere’ comune con strategie e obiettivi di business. A mio avviso informazione e formazione, che permettono di acquisire nuova conoscenza, sono attualmente i driver delle performance”. Leggi tutto >

Vedere oltre

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L’Impresa imperfetta – di Francesco Donato Perillo –

Quando pure saremo usciti da questa infinita crisi e ci avvieremo come persone e come azienda verso una fase di ripresa, come pensiamo di gestire la nuova normalità? Posto il fatto che il sistema dentro il quale operiamo, quello dell’economia del mercato globale dei beni e della finanza, è per sua natura instabile, occorrerà tuttavia non gettare via l’esperienza della crisi e provare invece a correggere qualcosa, a fare diversamente, se non al livello di sistema, almeno nel piccolo della nostra azione quotidiana. Non è possibile infatti non imparare dagli errori, né è accettabile rassegnarsi allo scetticismo e al senso d’impotenza davanti alle forze occulte che reggono il mondo (che nostalgia, per la ‘mano invisibile’ che una volta regolava il mercato…). Alla grande e bella politica, se c’è, consegniamo la missione di migliorare il mondo, o almeno di fermare la frana verso la catastrofe; ma a noi stessi, ai nostri colleghi, ai nostri diretti responsabili, ai numerosi stakeholders personali e professionali cui siamo connessi, è affidata l’azione del cambiamento nelle organizzazioni. A chi diversamente? Ai responsabili apicali, ai manager top-top, ai vertici che cambiano più velocemente delle quotazioni di borsa? Il direttore marketing della mia azienda potrà trovare il modo di reimpostare su basi di lunga durata la relazione con il sistema-cliente; il direttore finanziario potrà rinunciare a ricercare ogni espediente contabile per fare il lifting dei conti, e spingere invece la macchina manageriale verso la realizzazione di margini più solidi e meno volatili; il project manager non cercherà accondiscendenti scorciatoie per chiudere il suo progetto ai costi concessi, ma considererà senza sconti i costi di un serio recovery plan dei rischi; il direttore acquisti non strangolerà i fornitori ricattandoli sull’acquisizione della commessa, potrà invece adoperarsi per costruire con essi una relazione stabile, solidale e trasparente; il direttore operations potrà concentrarsi sulla effettiva riduzione degli sprechi migliorando i processi senza necessariamente stressare fino alla rottura i parametri di produttività della macchina. E il direttore del personale? Lui comincerà a prendere la parola nelle riunioni del comitato esecutivo e a dire che il costo del lavoro è sempre sotto controllo, ma è ormai una componente secondaria del costo del prodotto; che il valore di una competenza tenuta allo stato dell’arte crea il valore; che per questo la formazione non è più un optional e chi la evita non può far carriera in quest’azienda; che così com’è l’Mbo spinge i manager a fare guasti e a impegnarsi solo su obiettivi di breve periodo; che senza rigore e trasparenza nei criteri di promozione e retribuzione si perde l’anima dell’impresa; che, cari colleghi, non possiamo più tornare a fare come prima della crisi, qualcosa va cambiato e tocca a ognuno di noi capire cosa. Non vorrei essere nei suoi panni. Forse proprio a lui, al direttore delle ‘risorse umane’, tocca la missione più impegnativa per la costruzione di una nuova impresa. A ciascuno il suo, senza aspettare la regia del capo azienda, ma facendosi promotore di un cambiamento non eterodiretto, concreto e privo di rumore, anche piccolo, ma grande e contagioso perché frutto di una motivazione intrinseca e professionale. Nessun cambiamento avviene infatti per decreto. Come ci ha insegnato Kotter1 per innescare il cambiamento occorre generare un “senso di urgenza” nelle organizzazioni e poi agire con la leva di una potente e diffusa comunicazione. Ma prima di tutto avere una visione, vedere oltre. La capacità di ‘vedere oltre’2 è una competenza irrinunciabile per ogni professionista. Ecco: abbiamo sul nostro tavolo e nei nostri uffici tutti gli ingredienti per agire. Basterebbe rispondere alla domanda: cosa ci portiamo, in termini di pratiche, di processi, di comportamenti organizzativi, nell’impresa dopo la crisi? E cosa è opportuno invece gettare via per consentire alla mongolfiera di sollevarsi di nuovo? Non c’è una ricetta, un manuale di prescrizioni. C’è la mia personale sensibilità umana e professionale. Ed è tanto.  Leggi tutto >

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