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Fare innovazione significa avere il coraggio di investire su un’idea e sulle persone. Pensiero strategico, propensione al cambiamento, capacità relazionali sono le competenze su cui lavorano i consulenti al tempo dell’Industria 4.0, per esempio attraverso il coaching individuale e i percorsi per costruire sia la squadra di vertice sia i gruppi di produzione.

Intervista a Cristiana Manara, Partner di The European House – Ambrosetti Leggi tutto >

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di Dario Colombo
@Dario_Colombo

Gestione delle persone, obiettivi da raggiungere, tecnologia per valutare le performance, motivazione e talenti. Normali tematiche della Direzione del Personale. Ma pure attività all’ordine del giorno per un allenatore di basket, che, nel suo ruolo di guida delle persone, svolge senza sosta. E che possono metterlo a dura prova. Persino se sei un omone di due metri, ti chiami Romeo Sacchetti e, almeno all’apparenza, sei in grado di trasmettere un pizzico di timone.
Il coach di Brindisi, ex Dinamo Sassari, si è raccontato in occasione dell’evento HR Global Summit – Il futuro delle organizzazioni e della funzione HR di Ambrosetti: palcoscenico scelto per svelare alla platea di dirigenti d’azienda i ‘segreti’ della sua strategia di gestione delle persone che l’hanno portato dalla Legadue di pallacanestro al Triplete (Scudetto, Supercoppa Italiana e Coppa Italia) nell’arco di sette anni.
“Di certo ci sono stati momenti difficili, ma una squadra e una società hanno bisogno di affrontare queste situazioni per comprendere le loro reali possibilità”, ha esordito Sacchetti, che si è svelato recentemente in Il mio basket (Add Editore, 2016) dove ripercorre una carriera fatta di tanti successi.
Nel mio basket libero tutti possono fare cose straordinarie”, ha proseguito il coach di Brindisi, precisando di “allenare, ma senza stressare”: “Ogni giocatore deve poter esprimere il proprio talento per essere in armonia con se stesso”. E c’è da credergli, visto che nella sua ventennale carriera in panchina ha allenato campioni del calibro di Gianmarco Pozzecco, Travis Diener e Shane Lawal: “Quando devo scegliere un giocatore, vado a cercare l’uomo e solo dopo penso al talento che può esistere dietro l’uomo”, è la sua strategia per creare un team coeso e vincente. Anche perché al talento, il coach deve “far capire che la squadra si mette a sua disposizione, ma poi ci sono anche gli altri componenti del team che permettono al talento di avere la sua performance”. Leggi tutto >

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