Sviluppare intelligenza emotiva in azienda, il percorso di PixartPrinting

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Nella strategia aziendale gioca un ruolo sempre più importante lo sviluppo delle competenze trasversali dei dipendenti. Valorizzare l’intelligenza emotiva delle persone è una leva di crescita sia per i singoli sia per le imprese.

Ma quale movente spinge l’azienda a sviluppare le competenze trasversali delle persone che vi lavorano? Quale percorso può essere prefigurabile per lavorare in questa direzione? E quali benefici può generare un investimento in tal senso?

Un caso di best practice è raccontato da Marina Spricigo, HR Manager di PixartPrinting, azienda che ha avviato nel 2017 un progetto di sviluppo per le persone scegliendo come partner 300GRAMMI, società che propone servizi di formazione, consulenza e coaching secondo l’approccio dell’intelligenza emotiva per imprenditori, manager e Responsabili HR.

Cosa ha spinto PixartPrinting a investire sullo sviluppo delle competenze emotive attraverso un percorso strutturato? In che modo questa scelta si collega alla strategia aziendale?

Pixartprinting è un’azienda cresciuta in poco tempo in modo rapido e incalzante. Le persone in pochi anni si sono trovate a passare da operatori di produzione a ricoprire ruoli di responsabilità, sia sui cicli produttivi che su altre persone. Questi ritmi non hanno permesso una crescita strutturata, fatta di dinamiche e tempistiche necessarie a rafforzare le proprie competenze. In questo contesto abbiamo pensato che fosse opportuno avere un momento di confronto e crescita personale, mirato a supportare le competenze non ancora emerse e sviluppate. L’ azienda sta continuando a crescere in modo importante, si affacciano sfide sempre più complesse e avere delle figure di coordinamento tecnicamente preparate ma anche allenate sul fronte delle competenze trasversali è per noi strategico e fondamentale per affrontare questi nuovi scenari.

Nel vostro caso, la scelta è stata quella di partire con un’attività di Competency Assessment con l’obiettivo di avere chiara la situazione di partenza e aumentare la consapevolezza rispetto a punti di forza e aree di miglioramento. Quali vantaggi vi ha portato questo primo step?

Partire con un momento di assessment, di confronto e valutazione ha permesso a tutti i partecipanti coinvolti il pieno ingaggio e la possibilità di mettersi in discussione sperimentandosi fuori dalla propria comfort zone, che come sappiamo è l’unica strada che può portare ad un vero cambiamento, azione necessaria per la crescita di ciascuno.

In che modo avete utilizzato i risultati di questo primo momento di Assessment? Quali attività avete intrapreso?

I risultati dell’assessment sono stati organizzati secondo una matrice che facesse emergere per ogni persona le competenze da allenare con più urgenza. Abbiamo poi definito un percorso formativo modulare organizzato in pillole formative in modo da non appesantire troppo gli interventi. Sulla base delle esigenze evidenziate dalla matrice, abbiamo quindi proposto un percorso ad hoc a ciascuno, in modo da rendere la formazione il più mirata e customizzata…cucita addosso come un abito sartoriale. I titoli proposti partivano dalle 7 competenze di base osservate in assessment ma poi esplodevano i temi in varie declinazioni e gradi di profondità.

Quali feedback avete raccolto dalle persone che hanno partecipato? Come hanno vissuto le diverse fasi del progetto?

Dopo un iniziale scetticismo da parte di molti (gli assessment creano sempre un po’ di ansia) abbiamo investito molto sulla comunicazione spiegando approfonditamente le premesse e gli obiettivi del progetto. Alla fine di ogni corso, attraverso dei questionari di gradimento, abbiamo raccolto il feedback diretto dei partecipanti. Devo dire che il progetto ha riscosso molto successo e interesse tanto che anche quest’anno abbiamo avuto nuove richieste per interventi sulle soft skills. Per i colleghi, abituati a interventi di formazione per lo più tecnica, poter affrontare argomenti legati all’ambito manageriale è risultato un plus importante.

Quali cambiamenti, attribuibili al percorso, avete osservato nel comportamento delle persone?

Per questo credo sia necessario del tempo, sono passati solo pochi mesi e l’azienda continua ad avere ritmi incalzanti, pertanto toccare con mano un reale cambiamento lo vedo poco realistico. In generale quello che è cambiato è l’atteggiamento: abbiamo notato maggiore apertura e fiducia verso le proposte formative, voglia di crescere e mettersi in gioco. Quest’anno continueremo il lavoro iniziato focalizzandoci sulla cultura del dare e ricevere feedback, lo riteniamo infatti uno strumento fondamentale per la guida e la crescita individuale e della propria squadra.

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