Sostenibilità e cura delle persone, così è ripartito l’Oleificio Zucchi

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Avvicendarsi ogni cinque anni alla guida dell’azienda di fami­glia. È questa la formula scelta da Giovanni e Alessia Zucchi per garantire un futuro florido al loro Oleificio. I due rappre­sentano la sesta generazione alla guida della storica impresa di Cremona e il loro ingresso ha dato il via, nel 2012, a un pro­cesso di cambiamento organizzativo e gestionale che ha portato Oleificio Zucchi a riposizionarsi sul mercato e a competere a livello globale. Oggi infatti l’azienda conta 130 dipendenti, con un fatturato di 200 milioni di euro di cui il 15% ottenuto grazie all’export.

A gennaio 2017 il testimone è passato ad Alessia, che ricopre il ruolo di Amministratore Delegato, in un settore, quello dell’olio, ancora a forte trazione maschile.

Persone&Conoscenze l’ha intervistata per conoscere le sue (numerose) idee in ambito di gestione delle persone e soprat­tutto per sapere qual è il suo progetto (al femminile) per il quinquennio.

Alessia Zucchi

Come e perché vi è venuta l’idea della staffetta gestionale?

Nel 2012 mio padre ha fatto un passo indietro, lasciando a noi la guida dell’azienda e dandoci la possibilitàdi mettere a frutto le nostre numerose idee per rivedere i processi e i pro­dotti. Il fatto che mio padre ci abbia dato così tanta fiducia è indice di quale sia la nostra cultura aziendale che si basa sullo sviluppo dei talenti, perché siamo convinti che solo così si possa salvaguardare il patrimonio aziendale.

Sia io sia mio fratello, pur avendo avuto percorsi professio­nali diversi, veniamo da una lunga gavetta in azienda. La scelta di alternarci alla guida dell’impresa è stata una decisio­ne condivisa e Giovanni ha preso per primo il timone. Cre­diamo, infatti, di poter così dare entrambi il nostro migliore apporto all’azienda, in un processo che non vede momenti di rottura con il passaggio del testimone, ma piuttosto un arric­chimento di nuovi stimoli e idee.

Quali i vantaggi di questa strategia?

In questo modo, dunque, ci è anche possibile dare un’im­pronta personale alla nostra gestione e mio fratello, aven­do avuto esperienza nelle cooperative, per primo ha dato una connotazione sociale all’impresa. Questa attenzione alla sostenibilità, che ha trovato sponda in una cultura aziendale giàsensibile al tema, ha conferito una spinta significativa alla crescita dell’azienda e una nuova im­magine al nostro brand che ci ha consentito di affermarci anche all’estero.

Riavvolgiamo il nastro, da dove inizia la storia di Oleificio Zucchi?

Siamo nati nel 1810 nel lodigiano, dove svolgevamo un’attivitàartigianale a conduzione familiare dedicata all’estrazione di olio dai semi di lino per uso alimenta­re. Il nostro oleificio è stato sempre all’avanguardia e giànel 1922 abbiamo introdotto il processo di raffinazione. Negli Anni 50 siamo entrati nel mercato dei consumi alimentari di massa, sia di olio di semi sia di oliva. Negli Anni 90, vista la crescita dell’azienda, abbiamo deciso di spostarci nella sede attuale, a Cremona, dove abbiamo uno stabilimento di 110mila metri quadrati e nove linee produttive altamente automatizzate. Negli ultimi anni abbiamo avviato un laboratorio di Ricerca e Sviluppo do­tato di un gruppo interno di blendmaster, ossia ricercatori qualificati per l’esecuzione di continui panel test e per la creazione dei migliori blend. Si tratta di un team specifica­tamente dedicato all’olio extravergine di oliva che coniu­ga competenze tecniche e talento per raggiungere un ri­sultato di eccellenza, attraverso continue sperimentazioni di combinazioni di gusto.

Perché è stato suo fratello a prendere per primo la guida dell’azienda?

Quando mio padre ha lasciato a noi l’azienda io ero in dolce attesa. Ecco perché abbiamo di comune accordo deciso che fosse Giovanni a cominciare la staffetta, in modo che io potessi dedicarmi alla nascita della mia bam­bina. Questa scelta mi ha permesso di coniugare meglio famiglia e lavoro.

Credo molto nella formazione continua e nel fatto che i primi a impegnarsi in questo senso debbano essere i ma­nager. Per questo quando mia figlia ha compiuto tre anni mi sono iscritta al Flex EMBA del MIP – Politecnico di Milano, in modo da prepararmi al meglio al mio turno e alla guida dell’azienda. Ho avuto così la possibilitàdi ap­profondire tematiche legate alla produzione e alle nuove tecnologie.

Per continuare la lettura dell’intervista, leggi il numero di Dicembre 2018 di Persone&Conoscenze.
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