Scrivi e realizza il tuo progetto di vita

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Intervista a Paolo Braguzzi

a cura di Daniela Rimicci

CatturaIl progetto di vita. Idee e strumenti per definire cosa si vuole nella vita e magari realizzarlo è il primo libro di Paolo Braguzzi, edito da ESTE: un metodo pratico per realizzare se stessi, strumento utile ad acquisire consapevolezza di sé, dei propri intenti e persino dei propri sogni, e tradurli in azioni concrete per realizzarli. Chi sono i destinatari del Progetto di vita? Quali le specificità di un libro per realizzare se stessi? Qual è il tuo progetto di vita? Per realizzare un sogno dobbiamo prima esserne consapevoli. E poi scriverlo…

I temi del libro, nati nel mondo dell’impresa, sono affini e affiancabili alla vita quotidiana di ognuno di noi. Per questo il progetto di vita −che il lettore potrà elaborare− sarà inclusivo di ogni aspetto, dalla vita privata alla vita professionale. Per capire come si fa prima a concretizzare i propri sogni, abbiamo scambiato due chiacchiere con l’autore. Paolo Braguzzi, per primo, ha applicato il metodo su di sé e lo ha poi condiviso con collaboratori e partecipanti al corso da cui il libro trae ispirazione. Qual è la vision di noi stessi? La nostra mission? Quali i nostri valori guida? I nostri progetti di breve? Seguendo indicazioni ed esercizi pratici il testo guiderà il lettore nella realizzazione di un piano d’azione ben preciso che, grazie a un monitoraggio periodico, lo aiuterà a realizzare i propri sogni.

Un libro che vuole essere uno strumento pratico per realizzare se stessi. Da dove nasce quest’idea?

La decisione di scrivere questo libro nasce dalla mia esperienza personale. Ho interiorizzato −nel tempo− l’importanza di redigere in termini concreti il mio progetto di vita. Il punto di partenza è stato in realtà la ricerca di una metodologia che mi permettesse di utilizzare bene il mio tempo in ambito professionale. Mi sono trovato molto presto nella mia carriera professionale a gestire responsabilità in rapida crescita, ancora prima di disporre delle competenze necessarie a farlo bene. Sapevo di dovere sopperire con la dedizione e la generosità, ma ho scoperto che questo non sarebbe stato sufficiente se non avessi imparato a gestire bene le mie risorse, in primis il tempo. Questa capacità risultava davvero essenziale e quindi ho iniziato a cercare di essere il più possibile razionale nel modo di pianificare la mia quotidianità lavorativa. Un passo dopo l’altro sono arrivato a elaborare un metodo originale, adattando e semplificando quanto apprendevo attraverso corsi e manuali. Ho poi esteso progressivamente il ricorso a questo metodo, utilizzandolo anche per gli ambiti extra-professionali, accorgendomi quanto nell’insieme fosse importante riferire l’uso del tempo alle priorità della mia vita, cioè alle cose davvero importanti e che avrebbero fatto la differenza nel rendermi un giorno soddisfatto di me. Da tutto questo è nato il metodo che presento nel libro e che ho quindi sviluppato e sperimentato in prima battuta su me stesso. Quando poi mi accadeva di parlare di una metodologia per definire il proprio progetto di vita, sia a persone che lavoravano con me che al di fuori del contesto lavorativo, riscontravo immediatamente un livello di interesse molto elevato. Ho quindi iniziato a condividere questo metodo individualmente con alcuni miei collaboratori fino a farlo diventare un corso di formazione, dal quale l’articolazione del libro prende spunto. Ecco anche perché considero questo libro come un vero e proprio manuale, che va seguito passo a passo. Non ne consiglio quindi la lettura ‘d’un colpo’. È invece preferibile procedere agli esercizi che propone mano a mano che la lettura progredisce.

A chi si rivolge e quale lo scopo principale dell’opera?

I lettori ideali sono tutti coloro che vogliono fermarsi a riflettere sul senso della loro vita, sulla propria realizzazione e sul modo di spendere il proprio tempo in funzione di questa. L’approccio che propongo allo sviluppo del proprio progetto di vita si presta molto bene a chi ha la necessità di conciliare i diversi aspetti della stessa, soprattutto quando è caratterizzata da interessi in conflitto fra di loro, cosa che succede quando entra in gioco proprio la variabile dell’uso del tempo. In questi casi, di fronte a una vita un po’ complessa e a un multitasking a volte esasperato, è necessario tenere bene ferma la bussola e per farlo bisogna altrettanto bene sapere in che direzione vogliamo andare. Non posso comunque negare che il metodo che propongo sia adatto a chi ha già acquisito un buon livello di auto-consapevolezza. È questo un concetto centrale nel libro e che io definisco come quell’equilibrio fra il guidarsi e il lasciarsi andare che permette di vivere con soddisfazione la propria vita. In realtá il libro è uno strumento non solo per aumentare questa forma di consapevolezza ma anche per andare alla sua scoperta.

A chi invece questo libro non è adatto?

Una persona che, pur non partecipando al corso ne ha sentito parlare, mi ha detto con frustrazione che, riconoscendo di non avere mai avuto un progetto di vita vero e proprio, dopo avere conosciuto questo concetto ha avuto la sensazione di avere sprecato tutta la sua vita. Direi che un ingrediente necessario per affrontare il lavoro che il libro propone è la capacità di guardare avanti e di non rammaricarsi di ciò che non è stato. Oltre a questo non può mancare il desiderio e la disponibilità a mettere in discussione le proprie abitudini quando queste sono legate a un uso ‘casuale’ del tempo. Ecco, se mancano questi ingredienti difficilmente il metodo che propongo può essere applicato con successo e quindi la lettura del libro è tempo perso.

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Uno dei primi esercizi presenti nel libro è il compito di descrivere il progetto di vita. Cos’è per lei?

Come descritto nel libro, è il percorso che ci porta alla autorealizzazione, e con questo ad avvicinarsi quanto più possibile alla felicità, quanto meno nella misura in cui la prima influenza la seconda. E, nell’ottica di concretizzarlo, è necessario che il progetto di vita sia descritto in forma scritta, come una vera e propria ‘promessa’ fatta a se stessi. Scrivere qualcosa rende più facile il rifletterci, l’impossessarsi di ciò che si è elaborato e infine l’avere un riferimento a cui rapportarsi nel tempo. Ecco perché il libro propone tutta una serie di esercizi scritti, che rappresentano anche la possibilità di organizzare al meglio le risposte alle tante domande che la definizione di un progetto di vita pone.

Nel libro si accenna appunto al tema della felicità. Quale è il rapporto fra il progetto di vita e la possibilità di essere felici?

La felicità è legata a diversi fattori, alcuni dei quali in certi momenti della nostra vita possono sfuggire al nostro controllo. La sua ricerca invece è alla portata di tutti e il perseguimento dell’auto-realizzazione è parte di essa. Per questo dico che l’avere successo nel proprio progetto di vita avvicina alla felicità, pur se non è una condizione sufficiente alla stessa.

Come ha concepito questo metodo strutturato in tre macro-fasi: disegnare il proprio progetto di vita, realizzare un piano d’azione, monitorare i risultati?

In generale, il metodo nasce sulla base di concetti e strumenti utilizzati in ambito manageriale, che ho voluto adattare e semplificare affinché le singole persone, come fanno le aziende quando elaborano obiettivi e strategie, possano realizzare più facilmente i propri intenti, seguendo un percorso strutturato.Il progetto di vita è quindi un ‘normale’ processo manageriale, il cui ‘oggetto’ siamo noi stessi e il perseguimento dei nostri intenti.

Lei parla di visione di sé e missione per sé. Ci racconta cosa significano per lei?

I termini che ho utilizzato, visione e missione, sono nati nel mondo dell’impresa e per i quali propongo una applicazione a livello personale. In un approccio manageriale ‘umanistico’, che è quello che prediligo, di solito si creano metafore e si traspongono al mondo aziendale concetti legati alla vita al di fuori della stessa. Avere fatto il contrario non deve comunque scandalizzare: ogni persona puó trarre giovamento dal chiarirsi quale è la sua ‘visione di sé’ e la sua ‘missione per sé’, quindi sapere ‘cosa ci sta a fare’ e ‘dove vuole andare’. Esattamente come un’organizzazione…

Quali valori porta con sé e all’interno della sua organizzazione? Come li trasmette alle sue persone?

Il miglior modo per trasporre i propri valori all’interno dell’organizzazione è essere esemplare rispetto agli stessi e questo accade salvaguardando la propria integrità. È necessario rispettare i propri punti fermi, come lo sono i valori, e chiedere che vengano rispettati. I valori che ispirano i miei comportamenti, sia all’interno sia all’esterno dell’azienda, sono il senso della giustizia e dell’onestá. Altri valori che porto con me sono quelli in contrapposizione a ció che ritengo disvalori: l’intolleranza, l’umiliazione, la maldicenza, la malafede… le mal sopporto, quindi amo e propugno il contrario.

Lo staff di Davines

Qual è quindi il suo progetto di vita?

Come dico nel libro, il progetto di vita richiede di essere totalmente onesti con se stessi e quindi va considerato un documento ‘intimo’, quasi da diario segreto. Va quindi condiviso con parsimonia e se mai solo con le persone a noi care. Coloro che ci amano e ci consigliano per il nostro bene, senza altri fini. Posso però confessare che uno dei miei sogni nel cassetto, che nel metodo che propongo pure rientrano nel progetto di vita, era quello di scrivere e pubblicare questo libro/manuale. E pare lo abbia realizzato…

Quanto impattano sul progetto di vita il contesto esterno e le ‘reti’ di una persona?

Il network può essere un aiuto o un ostacolo al nostro percorso. Le nostre reti possono arricchirci o impoverirci. Quindi è importante scegliere le persone che vogliamo accanto e che ci possono anche aiutare a realizzare il nostro progetto di vita, ed evitare quelle che, al contrario, disturbano il nostro tragitto.

Il libro nasce da un corso di formazione. Vale la pena di parteciparvi anche dopo la lettura o diventa superfluo?

Se seguito passo passo, il libro porta allo stesso risultato del corso. Quindi alla fine della lettura, ci si trova in mano il proprio progetto di vita descritto in tutti i suoi dettagli, così come il piano di azione per realizzarlo. Il corso offre comunque il valore aggiunto dell’essere guidati in tempo reale nella elaborazione del progetto stesso, oltre che a favorire la concentrazione sullo stesso. Quindi è certamente complementare alla lettura del libro e diventa molto utile se si cerca o si accetta un ‘intervento d’urto’, per favorire sia la propria motivazione che la certezza del risultato.

Lei ha contribuito a costruire un’azienda internazionale di successo. Ha scritto un libro che aiuta a realizzare il progetto più importante, quello di vita. Quali altri sogni nel cassetto attendono di essere realizzati?

Il prossimo sogno è di creare le condizioni per vivere un giorno a Venezia e quindi ha a che fare con l’averci casa. Un altro, che è quello di tornare a fare sport agonisticamente, lo devo invece mettere da parte, perché sembra che il ‘fisico’ si ribelli all’idea. E purtroppo lo sport della mia vita richiede il metterlo sotto stress e quindi una forma perfetta, come quella dei ‘lampi’ giamaicani per intenderci.

Per acquistare il libro: http://www.este.it/res/libri/libri_id/28/p/

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