Ruffino, un brand internazionale grazie alle persone e al territorio

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Mantenere i propri valori non è sempre facile per le aziende che vivono un’evoluzione internazionale. Ma Ruffino, storica cantina toscana fondata a Pontassieve, vicino Firenze, nel 1877, è riuscita in questa impresa attraverso le persone che fanno parte della sua ‘famiglia’.

Dal 2011 Ruffino è stata acquisita dalla multinazionale americana Constellation Brands. Un’operazione che ha dato una forte spinta al business dell’azienda, la quale ha conquistato il mercato degli Stati Uniti e del Canada con i suoi vini e oggi ha toccato i 104 milioni di euro di fatturato. “Nonostante l’acquisizione da parte di Constellation Brands, godiamo di autonomia e i risultati ci danno ragione”, spiega Emanuele Rossini, HR Director di Ruffino. “Certamente sono cambiate alcune procedure e parte del management, ma l’impatto è stato positivo e conserviamo la nostra identità, che è strettamente legata al territorio”.

D’altronde, commenta Rossini con una battuta, “il Chianti non si delocalizza”. Il fatto di essere un’azienda vinicola consente a Ruffino di mantenere saldamente le proprie radici a Pontassieve. Da questa zona provengono molti dei 130 dipendenti della casa vinicola e da qui partono i vini che raggiungono i mercati esteri. Oltre alla ‘casa madre’, fanno parte dell’impresa anche le Tenute Ruffino (70 dipendenti) e la neo-acquisita Poderi Ducali Ruffino in Veneto, per la quale sono previsti importanti investimenti anche in ambito Risorse Umane.

Rapporto di fiducia tra azienda e dipendenti

Emanuele Rossini

Sono proprio le persone la chiave del successo di Ruffino: “Molti dei nostri dipendenti lavorano da decenni qui, uno, in particolare, festeggia tra pochi mesi 40 anni in azienda”, racconta Rossini. “Il legame con il territorio è duraturo e noi cerchiamo di costruire una fiducia reciproca con i lavoratori, che devono considerare l’azienda come se fosse loro”.
Per consolidare questo rapporto di fiducia, l’azienda ha messo in campo molteplici misure che vanno da importanti premi di risultato (fino a 3mila euro circa) a convenzioni per il benessere dei dipendenti (per esempio sanità e palestra), fino all’acquisto dei libri scolastici per i loro figli. A queste azioni si aggiungono dei corsi di formazione e di team building interni all’azienda incentrati su tre tematiche principali: le tecniche dei rispettivi reparti, i corsi comportamentali e l’inglese.

“Cerchiamo di far sì che le persone si sentano quanto più possibile coinvolte, abbiano voglia di crescere e di esprimersi in un’ottica di gioco di squadra”, afferma Rossini, che ricorda come Ruffino sia lo sponsor de I Medicei, la squadra fiorentina di rugby, sport che fa dello spirito di gruppo la sua religione. “Nel necessario equilibrio tra competenze tecniche e soft skill, prediligo queste ultime”, afferma Rossini, “perché saper lavorare in team è la chiave per il successo di un’azienda”.

Dal 2012 in Ruffino sono state assunte circa 70 persone, la maggior parte giovani, sintomo dell’attenzione che la casa vinicola rivolge alle Risorse Umane in chiave futura. Una visione che si traduce anche in innovazione tecnologica, attraverso l’utilizzo di un’apposita applicazione su smartphone per l’accesso alla mensa aziendale, per consultare gli stipendi e la dichiarazione dei redditi e per segnare le ore lavorate.

Per approfondire la case history di Ruffino e le esperienze di altre aziende toscane, leggi la rubrica ‘L’Italia al lavoro’ sul numero di Ottobre-Novembre di Persone&Conoscenze.
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