Poche prospettive di lavoro? Creiamocele…

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Ultima rilevazione ISTAT: disoccupazione giovanile al 41,6%

Di Daniela Rimicci

 

Nuovo mese, nuovo record: la disoccupazione giovanile è al 41,6%, in aumento di 0,2 punti da ottobre e di 4 punti rispetto a novembre 2012. Il tasso di occupazione degli under 25 è pari a 15,4%, in calo di 0,2 punti rispetto a ottobre e di 2,1 rispetto a novembre 2012. In valori assoluti il numero dei disoccupati è pari a 3 milioni e 254 mila, in aumento dell’1,8% a novembre su ottobre e del 12,1% su base annua. È ciò che emerge dall’ultima rilevazione dell’ISTAT: si tratta del tasso più alto mai registrato dall’inizio delle serie storiche nel ’77.

Nonostante l’Italia stia vivendo una delle peggiori crisi della storia, gli italiani sembrano non aver ancora imparato a scrivere il CV e a presentarsi ai colloqui. Una statistica presentata dall’azienda di consulenza e formazione BP Sec spiega che in media le persone dedicano massimo 30 secondi alla lettura di un CV e di questi solo il 2-3% è degno di nota per passare alla fase successiva del colloquio. Email e CV vengono cestinati dopo le prime righe di lettura perché mancano dei requisiti minimi. E ancora, il 25% si reca ai colloqui di selezione accompagnato da genitori e parenti, che a loro volta credono di poter avere un ruolo nella presentazione di una candidatura. Con risultati evidentemente disastrosi.

Davanti a questo mi sorgono alcuni interrogativi. Chi ha detto che mentre si studia non si possa anche lavorare? Se i giovani non sono in grado di presentarsi e scrivere un CV non dico in modo eccellente ma, almeno, in italiano corretto, forse ci sono anche altre mancanze a monte oltre la responsabilità individuale. Le scuole e le università italiane affrontano nel modo più efficace possibile dei percorsi di orientamento al lavoro per i ragazzi?

Il modus vivendi è tipico italiano: o studi o lavori, entrambe le cose spesso non sono contemplate. A causa, soprattutto, del pensiero comune a molte famiglie: il tempo dedicato ad altro oltre allo studio porta insuccesso, si deve fare una cosa alla volta per farla bene.

In un mondo del lavoro disarmante, onestamente, non c’è più la possibilità di dire ‘o questo o quello’. Penso si debba trovare il giusto equilibrio tra le ore da dedicare allo studio, altre al lavoro e altre ancora al tempo libero e alle proprie passioni. E, inoltre, bisognerebbe ripensare il mondo scolastico e universitario in un modo molto diverso da quello attuale: percorsi di studio e al contempo di lavoro più adeguati all’evoluzione del mercato.

Dal canto loro i giovani dovrebbero essere più accorti nel loro modo di presentarsi alle aziende, partendo da email e CV con un’ortografia corretta per non ‘farsi cestinare’ dopo quattro parole…

Mentre le famiglie dei candidati potrebbero rimanere spettatori dei successi −o insuccessi− a casa, spronarli a fare meglio, e a fare da soli.

In questo scenario drammatico ci sono, per fortuna, alcuni casi di buona volontà, esempi da cui trarre spunti per crearsi la propria strada…

Gli studenti della 5°B dell’Istituto Galilei-Costa di Lecce
Gli studenti della 5°B dell’Istituto Galilei-Costa di Lecce

Qualche settimana fa è arrivato un comunicato stampa in redazione che cattura la nostra attenzione. Giovani e lavoro, studenti incassano 1° assegno.

Alcuni studenti si creano un lavoro nell’agroalimentare mentre studiano. Oggi frequentano il 5° superiore, ma hanno cominciato a lavorare in 3° e iniziano a vedere i primi frutti della loro dedizione al progetto mentre sono ancora a scuola.

Penso sia un messaggio importante da condividere in un’ottica di cambiamento, prima di tutto, culturale.

È una bella, e rara, storia di giovanissimi. Merita di essere raccontata in un’Italia del lavoro quasi disarmante davanti alle rilevazioni dell’ISTAT e anche a seguito del nuovo Pacchetto Lavoro del Governo Letta che lascia dell’amaro in bocca dopo l’ampiamente contestata Riforma Fornero.

Lecce. Un’intera classe assistita dai docenti e supportata dalle istituzioni locali, da due anni si impegna in modo concreto nel tradurre quanto appreso in aula in un possibile e reale futuro lavoro. Gli studenti della 5°B a indirizzo economico dell’Istituto Galilei-Costa hanno iniziato al terzo anno a lavorare al Festival della Dieta Med-Italiana: kermesse di esposizioni, incontri e degustazioni rivolte a un numeroso pubblico, extra-salentino ed estero, invitato per apprezzare e acquistare le migliori produzioni agroalimentari del territorio con oltre 60 espositori.

Il tutto con l’obiettivo di crearsi, mentre sono ancora a scuola, un vero e proprio lavoro al termine degli studi superiori.

Ecco dei giovani che credono in un futuro e che usano efficacemente la propria creatività e impegno.

Questi ragazzi, a oggi, hanno in mano il primo frutto tangibile del loro impegno e caparbia: un assegno di 1.120 euro (al lordo delle tasse).

Divisa tra i partecipanti non è una cifra ‘inestimabile’ in termini economici. Lo è di certo per il valore che porta con sé.

È un inizio, un buon inizio! Considerando che hanno ancora questo intero anno scolastico per continuare l’attività…

Se i nostri media raccontassero le imprese di queste giovani vite −e non solo (senza nulla togliere all’informazione) l’aumento dell’IVA, la recessione, i femminicidi, le ‘guerre fredde’ nel mondo o le vicende giudiziarie di uomini politici− altri ragazzi potrebbero trovare nuovi stimoli a intraprendere percorsi simili. E, inoltre, darebbero messaggi positivi al Paese in generale e anche alle famiglie stesse invogliandole a incentivare i figli verso nuove opportunità.

Commento

  • concordo, è una storia che merita di essere messa in evidenza, penso che esistano altre iniziative o esperienze più o meno analoghe di giovani che cercano di reagire alla situazione difficile e impegnarsi nel crearsi delle opportunità per il loro futuro. Esperienze e iniziative che possono essere di stimolo se vengono raccontate.

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