Patto, Equità

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di Francesco Varanini

 

Si legge nella Premessa dell’Accordo interconfederale tra Confindustria, CGIL, CISL e UIL del 28 giugno 2011: “È interesse comune definire pattiziamente le regole in materia di rappresentatività delle organizzazioni sindacali dei lavoratori”. “È obiettivo comune l’impegno per realizzare un sistema di relazioni industriali che creino le condizioni di competitività e produttività tali da rafforzare il sistema produttivo, l’occupazione e le retribuzioni”.

Poi vengono tutti i necessari aspetti tecnici –quadri normativi, livelli di contrattazione nazionali e aziendali, deroghe–, ma ciò che conta è il principio: l’interesse comune a darsi regole. Regole che non possono che essere patti. Non ci può essere legge che garantisca la produttività, il rispetto reciproco, l’orientamento al risultato. Tutto dipende dal libero e consapevole accordo tra portatori di interessi diversi.

Pactum è la forma sostantivata dell’arcaico verbo pacere, che si trova nella Legge delle XII Tavole, Duodecim Tabularum Leges, prima redazione scritta di leggi nella storia di Roma, compilata attorno al 450 A.C.

Pacere, come pax, ‘pace’, derivano dalla radice pak, che ci parla dell’‘atto del pattuire’. Pak è vicino a pag ‘piantare’, da cui verbo pangere. Ce ne mostrano il senso parole che ne derivano: ‘compatto’, ‘pattume’, ‘immondizia’, spazzatura compattata.

C’è quindi in comune l’originaria idea di ‘fissare’: ciò che è stabilmente fissato, ben piantato, solido, compatto, resiste come accordo. Aggiunge ancora qualcosa al senso il verbo latino volgare expingere, ex pingere, ‘ficcare’, da cui il nostro spingere. Come dire che il patto è qualcosa di ‘conficcato’, ‘fissato insieme’, è frutto di lavoro, cura, attenzione alla situazione.

Possiamo precisare il senso ricorrendo a sinonimi.

Accordo: latino medievale accordare, derivato da cor, ‘cuore’, sul modello del classico concordare. Concordia: com cor, ‘con il cuore’, e cioè: ‘con il cuore in comune’, ‘cuori uniti’.

In francese, engagement. Gage: ‘pegno’, dal franco waddi, da cui anche il tedesco Wette, ‘scommessa’. Quindi un’idea di impegno (l’italiano è calco del francese).

Un impegno preso insieme: idea che ricorda il latino compromissum, ‘promesso insieme’.

In inglese, covenant ci riporta al latino con venire: ‘essere d’accordo’. E agreement ci riporta a gratus, e quindi a gratia: ‘riconoscenza’, ‘armonia’.

Il verbo pacere sarà poi sostituito da pacare, pacificare in un qualsiasi modo, anche attraverso la guerra: “pacare omnem Galliam”, ‘sottomettere tutta la Gallia’.

Ma resta l’idea originaria: la pace nasce dalla disponibilità, dalla solida intenzione a stabilire patti.

Infine: equità. Il latino aequus, rimanda al senso dell’umbro ekwyo: ‘comunità’.

Non conta il diritto del singolo attore, conta il diritto esercitato ‘insieme ad altri’.

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