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Olio Dante, alla ricerca delle competenze tecniche

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Al territorio campano più che forza di braccia, servono competenze commerciali e tecniche che aiutino l’espansione e la competitività delle aziende. Ha le idee chiare Enrico Luciano, Amministratore Delegato di Olio Dante. Lo storico marchio di olio d’oliva, nato 120 anni fa e produttore di alcune delle più note etichette italiane, è ben radicato nella sua Montesarchio, in provincia di Benevento.

Lì ha sede un moderno impianto di produzione con un frantoio, due raffinerie, 20 linee di imbottigliamento e un laboratorio di controllo qualità. Le 75 persone che lavorano nello stabilimento provengono quasi tutte dal territorio e fanno dell’azienda una realtà relativamente giovane, con un’età media di 39 anni.

“Le nostre persone cercano soprattutto un lavoro sicuro e che duri nel tempo”, racconta il Presidente di Olio Dante, Biagio Mataluni. “Siamo in un settore soggetto a crisi ricorrenti, esposto a forte concorrenza e al grande potere dei fornitori e della clientela, la Grande Distribuzione Organizzata. Servono competenze di tipo commerciale e manutentivo, profili che ci consentano di mantenere al meglio il parco macchinari e magari fare iniezione di elementi automatizzati necessari per mantenere la competitività”.

Quello dell’imbottigliamento di olio d’oliva, spiega Biagio Mataluni, non è un settore soggetto a una grande trasformazione digitale. Dove possibile, l’azienda ha puntato sull’automazione, installando sistemi automatici di misura della performance delle linee e di pallettizzazione. Anche sul fronte della tracciabilità del processo produttivo e della fatturazione, le tecnologie hanno via via assunto un peso maggiore, con upgrade selettivi imposti anche dai rapporti con i clienti. “Non è, però, un settore facilmente rivoluzionabile dal punto di vista digitale”, ammette il Presidente.

Una trasformazione progressiva

Olio Dante è oggi una realtà che fattura 65 milioni di euro. A seguito della ristrutturazione completata negli ultimi due anni, sono stati pochi gli ingressi di nuovi profili, sia tecnici sia commerciali. Quando possibile, la via maestra è quella dell’assunzione: si ricorre all’acquisto di servizi di conto lavorazione solo per far fronte a particolari picchi produttivi. L’inserimento in azienda avviene di regola con contratto a tempo indeterminato, talvolta al termine di un periodo di stage.

Le competenze offerte dal mercato del lavoro? “Ci sono, più di quanto immaginassi. Esistono, però, dei limiti oggettivi. Un ragioniere che abbia competenze SAP non è una rarità a Milano, Torino o in altri posti. Qui alcune competenze vanno rafforzate, parliamo non tanto di digitalizzazione profonda, ma anche solo di informatizzazione”, spiega l’AD Luciano.

La formazione in Olio Dante è poco teorica e molto pratica. Oltre agli aspetti della sicurezza sul lavoro, della sicurezza alimentare e delle migliori pratiche produttive, la gran parte della formazione per le risorse produttive avviene on the job.

“Si tratta di far funzionare macchinari che non sono soggetti a continue release tecnologiche, occorre impratichirsi progressivamente e imparare a usarli nel tempo”, conclude Luciano. “È tendenzialmente quello che può servire a questo territorio: ci sono aziende che hanno un potenziale di crescita commerciale e che devono fare un salto tecnologico. Spesso è meglio che avvenga in termini progressivi e non rivoluzionari”.

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