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Modulari, digitalizzati e collaborativi: gli spazi della nuova formazione

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Aule modulari, classi ‘digitalizzate’ e connesse con spazi remoti, piattaforme disegnate come social network e portali di realtà virtuale: gli ambienti in cui si svolge la formazione del personale aziendale sono molti e diversi. Il segreto sta nel trovare il contenitore che meglio risponde ai bisogni della propria realtà. Per questo le società che erogano formazione sono in costante ascolto del mondo delle imprese, per coglierne le tendenze e le necessità specifiche.

E tuttavia alcuni temi sono universali: in primis l’importanza di far coesistere ambienti fisici e ambienti virtuali, perché i secondi non possono e non devono sostituire del tutto i primi. E poi l’efficacia di avere a disposizione spazi ‘collaborativi’: luoghi, prevalentemente digitali, in cui ciascun collaboratore può contribuire alla formazione dei colleghi in base alle proprie competenze.

Spazi flessibili e Netflix per il training

Flessibilità e contenuti on demand: sono questi i concetti chiave della formazione in casa Danone. “Per quanto riguarda gli spazi fisici, la sede di via Farini a Milano ultimata nel 2012 è stata progettata per garantire la migliore esperienza di apprendimento possibile”, racconta Sonia Malaspina, HR Director Sud-Est Europa di Danone.

Gli ambienti sono dedicati alla formazione in senso ampio: non solo corsi tradizionali, ma anche workshop ed eventi più interattivi. Di qui la necessità di costruire degli spazi che si adattassero alle diverse esigenze. “Uno di quelli più recenti e funzionali è l’Agorà: fatta eccezione per le pareti verticali ricoperte da piante e alcune panche, tutto il resto è mobile, così possiamo modificare la disposizione degli arredi in base all’evento da ospitare.

Le postazioni fisse ormai sono obsolete. La tecnologia, infine, rende lo spazio perfettamente connesso e adatto a fare formazione”, spiega l’HR Director. “Allo stesso tempo si tratta di un luogo in grado di favorire la concentrazione, grazie al verde e alla luce naturale che aiutano a distendersi e a essere predisposti all’apprendimento”.

La formazione da remoto avviene invece attraverso due canali: uno è Workplace, l’interfaccia aziendale di Facebook, customizzata per Danone direttamente dalla società di Mark Zuckerberg. Il portale suddivide i contenuti per gruppi di lavoro oppure in base al Paese o per interessi.

La novità, che Danone sta per lanciare, si chiama però EdCast. “È una sorta di Netflix del learning”, lo definisce Malaspina. “Ognuno vi accederà in maniera automa via mobile, tablet o Pc, e avrà accesso a tantissimi contenuti a seconda delle esigenze formative e degli interessi della persona. Vogliamo rendere la formazione virtuale complementare a quella in presenza”.

Ambienti ‘motivazionali’ e corsi personalizzati

Da L’Oréal learning fa rima con concentrazione e ispirazione. Sono queste le caratteristiche che devono avere gli spazi in cui la multinazionale porta i suoi dipendenti a fare formazione fuori dall’azienda. “Una delle richieste principali del personale è proprio quella di scegliere location lontane dagli ambienti lavorativi, per non farsi distrarre dalla routine quotidiana e favorire invece la concentrazione”, racconta Elena Lobello, Training Manager di L’Oréal Italia.

La scelta del luogo dipende dalle necessità: per i seminari manageriali, per esempio, vengono predilette location fuori città e possibilmente dotate di spazi aperti; per quanto riguarda invece i corsi dedicati al digital si punta su ambienti ‘ispiranti’, che abbiano a che fare con la tematica delle lezioni.

“In passato ci è capitato di affittare spazi all’interno di coworking con startup, in modo da far sì che l’ambiente contaminasse la formazione”, spiega Lobello. La parte di elearning viene invece coperta attraverso il portale gestito dall’headquarter internazionale. “Anche noi di L’Oréal stiamo cercando di permettere al collaboratore di costruirsi il proprio percorso formativo, perché solo lui sa cosa gli serve per migliorare, per costruirsi la carriera che desidera”, continua la Training Manager.

Sulla piattaforma sono presenti contenuti a libero accesso suddivisi in base al settore di attività, fruibili anche da smartphone. Materiali sia tecnici sia motivazionali, come i Ted Talks. “Inoltre, sempre attraverso il nostro portale, ciascun dipendente ha diritto a tre Mooc (Massive Open Online Courses, ndr) all’anno, erogati dalle migliori università del mondo. I Moc sono costruiti come classi virtuali e il collaboratore può seguirli se e quando desidera”.

Arredamenti ‘originali’ per favorire la creatività

Dodicimila ore di formazione all’anno spalmate su 550 dipendenti diretti: gestire la formazione in Vittoria Assicurazioni è impegnativo. A maggior ragione se si considera il basso turnover: “È naturale per noi accompagnare le persone lungo tutta la loro carriera in azienda”, spiega Stefano Zanetto, Direttore del Personale di Vittoria Assicurazioni.

Il learning in presenza è gestito negli ampi spazi della sede milanese della società. Oltre alle sale riunioni classiche, sono state predisposte delle aule modulari, costruite per adattarsi ai bisogni specifici: possono essere arredate in funzione di una lezione frontale così come in modo innovativo, per favorire la creatività. Tutte le aule sono inoltre predisposte per lavorare con strumenti propri della metodologia Agile Project management.

Oltre a ciò assume un ruolo di rilievo l’elearning, modalità alla quale possono accedere tutti in azienda, dalla sede centrale di Milano alle 17 sedi periferiche che vanno da Catania a Padova. Il portale di formazione interno attraverso il quale vengono erogati i corsi di elearning (comprensivi di feedback finale e questionari di comprensione) è condiviso con la rete distributiva presente su tutto il territorio nazionale.

Diverse sono le modalità adottate per diffondere contenuti e coinvolgere i dipendenti. L’ultima novità, racconta Zanetto, sono le videoregistrazioni: gli interventi formativi vengono registrati e messi a disposizione di tutto il personale. Si possono inoltre creare aule virtuali che permettono di seguire gli eventi in contemporanea da diverse sedi.

“Da alcuni anni siamo passati dai corsi ai percorsi di formazione e a fare attività di learning in modo diverso, perché siamo convinti che sia più facile apprendere attraverso strumenti alternativi, informali”, racconta ancora Zanetto, e attraverso progetti operativi, come quello del Campus Vittoria per i neoassunti: “Un programma formativo trasversale di due anni, che comprende momenti di learning in aula, attività da svolgere sulla piattaforma digitale e infine la partecipazione, suddivisi per gruppi, a progetti proposti da sponsor interni, con cui mettersi alla prova sul campo”.

L’articolo integrale è pubblicato sul numero di giugno 2019 di Persone&Conoscenze.
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