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Mappare competenze digitali e innovazione, le PMI devono recuperare il ritardo

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Un’indagine per fare il punto sulle competenze digitali e la propensione all’innovazione delle Piccole e medie imprese (PMI) italiane. È l’iniziativa promossa da Quadrifor, l’istituto bilaterale per lo sviluppo della formazione dei quadri del terziario. Entro la fine di ottobre un campione rappresentativo di manager apicali, individuato da Doxa, è chiamato a rispondere a una quarantina di domande su Digital transformation, nuove tecnologie e processi innovativi all’interno delle proprie realtà.

“La padronanza degli strumenti digitali e adeguati processi innovativi consentono a ogni impresa di poter essere sul mercato in qualsiasi parte del mondo, qualunque prodotto o servizio realizzi. Non vi è dubbio che le PMI italiane abbiano ampi margini di miglioramento a livello di conoscenza degli strumenti digitali e di capacità di utilizzarli per cogliere le opportunità che offre l’economia globale. Eppure, è mancata finora un’indagine scientificamente accurata che coinvolgesse i manager delle PMI del terziario sui processi di innovazione e digitalizzazione delle loro imprese”, spiega Roberto Savini Zangrandi, Direttore Generale di Quadrifor.

Il ritardo del nostro Paese è stato più volte certificato dall’Ocse, da ultimo con il rapporto Skills Outlook 2019. Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, l’Italia è nel gruppo di Paesi con il ritardo digitale più consistente, insieme con Cile, Grecia, Lituania, Slovacchia e Turchia.

Il 4,2% dei lavoratori avrebbe bisogno di una formazione intensa, fino a tre anni, per evitare l’alto rischio di automazione sul posto di lavoro, ma solo il 30% degli adulti ha ricevuto formazione negli ultimi 12 mesi, contro una media Ocse del 42%. In Italia, come risulta dalle ultime ricerche, è necessario un massiccio adeguamento delle competenze.

E la rincorsa potrebbe partire proprio dai quadri, che nelle PMI ricoprono ruoli apicali. “Mappare per la prima volta le loro competenze in queste aree ci permette di avere dati scientificamente validi e di tarare meglio le iniziative formative che organizziamo su queste tematiche”, assicura Savini.

Dalle skill digitali agli investimenti in innovazione

Sfruttando il potenziale di una banca dati composta da 65mila iscritti e 14mila aziende aderenti, Quadrifor punta a capire quanto ne sanno di digitale i manager del settore terziario, della distribuzione e dei servizi: quali tecnologie vengono adoperate, quali figure professionali sono coinvolte nel loro utilizzo, quanto investe l’azienda in innovazione, quanto conta il digitale nelle strategie di impresa, chi prende le decisioni su questi temi.

Alcune domande del questionario, rigorosamente anonimo, si concentrano sulle competenze considerate prioritarie per spingere i processi di innovazione e di digitalizzazione all’interno delle aziende. Gli intervistati sono chiamati a rispondere non soltanto in merito alle proprie competenze, conoscenze e abilità digitali, ma anche a comunicare la percezione che hanno del grado di apertura dell’azienda alle nuove trasformazioni.

E, magari, a indicare anche quale dovrebbe essere la strada da intraprendere per accrescere il livello di innovazione della loro organizzazione. “Sarà di grande interesse ragionare sulle loro informazioni, le impressioni su quanto accade in azienda e anche un po’ di wishful thinking su quel che si può migliorare”, sottolinea Savini.

Orientare la formazione sulle reali necessità

L’idea di Quadrifor è quella di ottenere, attraverso le risposte dei manager, una fotografia complessiva della crescita delle competenze digitali nelle imprese: in un Paese in cui il 95% delle aziende ha meno di 10 addetti, la voce delle PMI è certamente rappresentativa di un’ampia fetta del tessuto economico italiano.

Circa l’80% delle aziende iscritte a Quadrifor ha meno di cinque quadri. In organizzazioni di dimensioni così ridotte, è facile che siano proprio queste figure ad assumere responsabilità e posizioni apicali, dal braccio destro dell’imprenditore al direttore generale o al quadro apicale multiruolo.

“Le PMI hanno disponibilità economiche limitate, perciò è importante capire su cosa investire. Se gli intervistati hanno la percezione che il digitale sia davvero un terreno strategico vincente, bisogna capire qual è la disponibilità dell’azienda all’innovazione, la conoscenza degli strumenti di incentivazione degli investimenti in tecnologie e innovazione e individuare i campi prioritari di intervento”, continua Savini.

Il questionario si rivolge a tutte le aziende iscritte, qualsiasi sia il settore e la provenienza geografica, con un numero di quadri non superiore a cinque. I risultati dell’indagine, una volta elaborati da Doxa, serviranno a Quadrifor per e migliorare l’offerta formativa specifica per le PMI e saranno oggetto di un paper di ricerca di un convegno che si terrà a Bologna entro la metà del mese di dicembre. “Tutto questo vuole essere un contributo per affinare i ragionamenti sulle PMI nel Paese, migliorare la formazione e rendere più competitive le PMI, parte fondamentale dell’ossatura economica del nostro Paese”.

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