Manager ai confini del mondo, storie degli italiani all’estero

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Crescita professionale, apertura mentale, avventura. Le esperienze di lavoro all’estero sono sempre più richieste nel mercato globale. Un’opportunità ricercata non solo dalle aziende, ma anche dagli stessi manager.

Quelli coinvolti da Persone&Conoscenze sono partiti per vivere qualche anno fuori dall’Italia per motivi diversi: c’è chi è stato inviato dalla propria azienda, chi ha seguito il proprio compagno o compagna, chi ha attivamente cercato e fatto domanda attraverso programmi internazionali e anche chi è stato assunto da un gruppo straniero.

L’elemento che li accomuna tutti è stata la voglia di partire, la sensazione che mancasse un’esperienza all’estero nel proprio curriculum e la decisione di cercare attivamente questa opportunità.

“Sono partita nel 2011 grazie a un progetto internazionale interno a Ikea, per cui ero Store Manager a Porta di Roma. Mi sentivo pronta per fare un’esperienza all’estero, perciò ho fatto domanda per gli Stati Uniti, visto che parlavo abbastanza bene l’inglese. C’è stato un recruitment internazionale e mi hanno presa, assegnandomi allo store di Portland, in Oregon, per sei anni. L’esperienza è andata bene e così mi hanno proposto di ricoprire un ruolo manageriale a Parigi dove mi trovo da due anni”, spiega Alessandra Zini, Deputy CEO di Ikea France.

Diverso il caso di Beatrice Baldaccini, Executive Vice President di Thomson Aerospace & Defense: “Quando a fine marzo 2018 Umbra Group ha acquisito l’azienda competitor Thompson Aerospace & Defence in Michigan, ho fatto una valutazione personale della mia carriera e ho sentito che mancava un’esperienza lavorativa di qualche anno all’estero. Perciò ho dato la disponibilità a trasferirmi negli Stati Uniti per un periodo di tre o quattro anni per supportare il processo di integrazione con il resto del Gruppo”.

Emanuela Rocchi, Marketing Communications Manager di Sinfo One, ha invece seguito il marito all’estero. “Ho lasciato per due volte il lavoro in Italia per seguire mio marito, che è andato a lavorare all’estero. Siamo stati tre anni e mezzo a Città del Messico, dal 2002 al 2005, e tre anni a Buenos Aires, dal 2014 al 2016. Le mie, quindi, sono state due esperienze da mamma in America Latina: la prima con una bimba di tre anni e un altro in arrivo, la seconda con due figli adolescenti”.

L’articolo integrale è pubblicato sul numero di luglio-agosto-settembre 2019 di Persone&Conoscenze.
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