
Life Based Value, la vita è una palestra (di competenze)
Life Based Value, maam, Maurizio Zazzaro, Riccarda Zezza
Meno di due mesi fa aveva sede presso un coworking di Milano. Oggi Life Based Value si è costruita i suoi spazi, modellandoli secondo le esigenze di un’organizzazione in continua crescita: è recente l’aumento di capitale di 1,5 milioni di euro della tech company co-fondata da Riccarda Zezza, che ha visto entrare nella società Business Angel (tra cui Fausta Pavesio), privati tramite crowdfunding (101 soci), e infine fondi istituzionali (il private equity ungherese Impact Ventures, Opes-LCEF Foundation e MPA Education).
La passione della condivisione degli ambienti di Life Based Value è, però, restata immutata: gli uffici dell’azienda innovativa fondata nel 2015 – un grande open space e la stanza della CEO – si affiancano a quelli di altre aziende con forte vocazione all’innovazione, con le quali dividono le sale riunioni e gli spazi di svago. È nell’open space che incontriamo Zezza: d’altra parte la CEO frequenta con costanza questo ambiente, lavorando in costante contatto con i suoi collaboratori.
1. LA STORIA
Nata quattro anni fa, la genesi di Life Based Value risale al 2012 con le prime ricerche sul potenziale di sviluppo delle competenze offerto dall’esperienza della cura che hanno poi dato vita al metodo MAAM (Maternity as a Master), diventato un libro (MAAM – La maternità è un master che rende più forti uomini e donne, Edizioni Bur). “L’idea è nata da una mia esperienza personale, quando da manager di azienda frequentavo corsi per sviluppare le competenze soft, come la gestione dalla crisi. Poi tornavo a casa e mi trovavo davvero a gestire continuamente piccole ‘crisi’ reali, dovendo prendermi cura dei miei figli, una palestra di competenze imbattibile”, racconta Zezza.
2. IL CORE BUSINESS
A caratterizzare Life Based Value è il metodo di apprendimento del Life Based Learning, alla lettera ‘formazione basata sulla vita’. “L’obiettivo è trasferire le competenze dal lavoro alla sfera privata e viceversa”, spiega Zezza. Un metodo che l’imprenditrice definisce “ecologico”, perché le persone non hanno bisogno di un’aula per apprendere, in quanto è sufficiente la pratica quotidiana. Inoltre una peculiarità di questo metodo formativo è la motivazione – l’elemento alla base dell’efficacia dell’apprendimento – che fa leva sulla vita privata. “Grande importanza è riservata al rigore scientifico del metodo, perché l’obiettivo è cambiare il modo di intendere la vita e il lavoro”, commenta Zezza, precisando come dietro la proposta formativa ci sia un “comitato scientifico di altissimo livello” che affianca un “team di ricerca interno di quattro persone che seguono anche numerosi progetti in partnership con le università”.
3. LA VALUE PROPOSITION
Le nuove sfide – su tutte la vita privata che entra nel lavoro e viceversa – impongono allora un cambio culturale alle imprese, in particolare alla Direzione del Personale, chiamata a valorizzare il potenziale umano, iniziando a considerare i dipendenti non come risorse, ma come persone. “Le persone sono centrali per il successo delle aziende per rispondere ai cambiamenti in atto”, spiega Maurizio Zazzaro, Chief Revenue Officer di Life Based Value. “Le soft skill diventano addirittura quasi più importanti di quelle hard”. Da qui la proposta: una soluzione formativa capace di considerare le persone nella loro interezza, proponendo loro di sviluppare le competenze allenate nella vita quotidiana.
4. IL MERCATO DI RIFERIMENTO
Sebbene Life Based Value sia oggi nota per MAAM, il programma digitale per le aziende dedicato ai dipendenti per insegnare loro come valorizzare l’esperienza genitoriale per arricchire anche la loro professionalità, oggi l’azienda sa interpretare le nuove necessità delle persone. Secondo una recente ricerca della Harvard University, come racconta Zezza, il 73% dei dipendenti è un caregiver, cioè si prende cura di qualcuno, che non per forza sono i figli. “Le attività di cura sono diventate sempre più centrali per la vita delle persone, ma le aziende stanno reagendo con lentezza, perché non monitorano il fenomeno e lavorano esclusivamente sulle necessità pratiche”.
5. LA VISIONE
Nel nuovo scenario, come anticipato, non c’è spazio solo per le proposte formative dedicate ai genitori, pur essendo la maternità “l’archetipo della cura”: “In realtà è un istinto che appartiene alla specie umana e non solo alle madri”, commenta Zezza. Da qui la scelta di Life Based Value di introdurre, oltre a MAAM, un secondo master dedicato a chi si prende cura dei genitori. “Anche questa tipologia di cura è una nuova occasione di crescita, perché si affronta in un momento complesso della vita”. Le aziende devono quindi prendere coscienza che la vita è ormai entrata nelle imprese: “Essere Life Ready vuol dire essere pronti a valorizzare il potenziale che la vita porta con sé”.
6. LO STILE MANAGERIALE
Life Based Value è certamente Life Ready e lo si percepisce anche dallo stile manageriale che Zezza ha introdotto nella sua azienda e che risente particolarmente dell’attività svolta. “Sono manager nel modo simile in cui sono madre”, spiega la CEO. “Il mio stile manageriale subisce molte influenze dal mio stile materno e viceversa”. Che tradotto vuol dire applicare il modello della vita privata alla vita lavorativa: “Per esempio, come lascio libertà ai miei figli di sbagliare, per poi confrontarmi con loro successivamente, così faccio con i miei collaboratori”, continua Zezza.
7. L’OFFERTA
Se, come spiegato, il tema della cura riguarda ormai la quasi totalità delle persone in azienda, ecco che l’offerta formativa di Life Based Value si rivolge oggi a tutta l’impresa. Il core business è rappresentato dai master per i neogenitori e per i caregiver, cui si affiancano i webinar per trasmettere la metodologia dell’insegnamento attraverso la vita di tutti i giorni (per esempio è utile per chi è caregiver con attività di volontariato). Inoltre, i manager hanno un modulo specifico che consente loro di interagire con i propri collaboratori che stanno seguendo i master, con la possibilità sia di offrire feedback sia di lavorare sui propri unconscious bias. Differente, invece, il servizio offerto agli HR, che dispongono di una dashboard integrata per monitorare l’attività svolta del personale, riuscendo a misurare alcuni parametri, come il coinvolgimento delle persone e l’abbassamento dello stress.
8. I RISULTATI
A sancire la bontà della proposta di Life Based Value è il mercato: “Abbiamo oltre 60 clienti – tra cui Barilla, Danone, Accenture, giusto per citarne alcuni – e il business cresce del 100% anno su anno”, racconta Zazzaro. Ma a stupire il manager non è l’ampliamento del mercato, quando il tasso di rinnovo da parte dei clienti: oltre il 95% prosegue la collaborazione, soprattutto per merito del 98% degli utenti che si dichiara ‘soddisfatto’. A migliorare, secondo quanto raccontano le aziende Life Ready, sono l’energia e la motivazione. “I clienti ci riconoscono la capacità di riuscire a far trarre loro un vantaggio competitivo da situazioni che apparentemente possono indurre a pensare che le persone sottrarrebbero tempo al lavoro per dedicarlo alla vita privata, come nel caso della nascita di un figlio o della gestione di un parente malato”. Ma è proprio in queste occasioni che si può generare nuova competenza. E a farlo è la vita stessa, che si trasforma nella miglior palestra di competenze a disposizione di tutti.