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Lfoundry, la capacità di cambiare restando vicini al territorio

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Lfoundry è un’azienda leader nella produzione di prodotti di microelettronica. Dal cuore dell’Italia, con la sede ad Avezzano in provincia de L’Aquila, Lfoundry si concentra su servizi per la produzione di semiconduttori avanzati, in particolare nello sviluppo e nella produzione di sensori d’immagine per l’Automotive.

La storia in continua evoluzione di Lfoundry è iniziata nel 1989, quando una società americana, Texas Instruments, decise di costituire ad Avezzano il nucleo di quello che diventerà più grande e avanzato insediamento europeo di semiconduttori per memorie al silicio. Da allora sono cambiate molte cose.

Nel 1998 Texas Instruments ha ceduto a Micron Technology (una multinazionale americana che produce memorie a semiconduttore), e che nel 2013 ha lasciato il sito produttivo di Avezzano, dopo avervi investito 1.3 miliardi di dollari in quasi 15 anni di attività.

In quel momento 1.500 persone di alto profilo hanno rischiato di perdere il posto di lavoro, perché nessun player significativo era disposto ad acquisire il sito italiano. Solo una piccolissima realtà di nome Lfoundry, tedesca, si fece avanti e Micron sembrò disposta a procedere alla vendita. La compagnia tedesca propose la compartecipazione azionaria al management italiano, e nacque così Marsica Innovation.

Fondata dal management italiano che, in join venture al 50% con Lfoundry acquisì il sito di Avezzano da Micron, coinvolse come azionisti tutti i manager di primo livello, cedendo a ciascuno di loro il 2% delle proprie quote azionarie. Nel 2016 Lfoundry ha ricevuto proposta di acquisto della quota di controllo della società da parte di SMIC, la più importante Foundry Cinese.

Da SMIC, che nel frattempo, sulla spinta delle mutate condizioni di mercato e degli indirizzi strategici geopolitici, ha dovuto rinunciare alla propria partecipazione in Lfoundry, il sito industriale è passato a luglio 2019 nelle mani della startup cinese Wuxi Xichanweixin Semiconductor (il nome occidentale sarà Sparc: Sensor Power Analog Radiofrequency Company).

L’accordo ha comportato da parte di Wuxi l’acquisizione di tutte le quote di Lfoundry. La società cinese è diventata quindi proprietaria al 100% della più grande fabbrica della provincia dell’Aquila, con l’obiettivo di crescere, conservando e possibilmente espandendo lo staff formato da circa 1.450 persone, di cui 350 laureati.

Formazione in linea con l’evoluzione della tecnologia

Il sito ha 30 anni di esperienza tecnica, così come numerosi membri del personale, che sono rimasti sin dall’inizio e adesso sono prossimi alla pensione. Una rarità nel settore high tech, se si pensa che nel mondo molti stabilimenti produttivi di questo tipo sono stati chiusi negli ultimi anni.

In tutto questo tempo, le tecnologie si sono evolute e con loro anche la formazione: “Nei primi 15 anni della nostra storia abbiamo fabbricato memorie dinamiche soprattutto per i personal computer”, racconta Sergio Galbiati, Italia Government Relations Leader di Lfoundry, “e ogni due anni la casa madre procedeva all’aggiornamento dei processi e alla formazione dei dipendenti, ma il tipo di produzione non veniva completamente stravolta, solo aggiornata”.

Nel 2005 è avvenuto il passaggio massiccio per la produzione di memorie da substrati di silicio a 200 millimetri di diametro a quelli a 300 millimetri, e molti stabilimenti produttivi che non sono riusciti a riconvertirsi per quel tipo di prodotto, sono diventati obsoleti e hanno smesso di produrre.

Nel 2008, in concomitanza con la crisi economica, lo stabilimento di Avezzano venne invece riadattato da Micron, che scelse di tenere attiva questa sede chiudendo i suoi stabilimenti negli Stati Uniti. A quel punto vennero trasferite in Italia molte tecnologie a 200 millimetri che rimanevano comunque d’avanguardia per quella dimensione dei dischi di silicio, tra cui i sensori d’immagine di cui Micron in quel momento era leader mondiale.

“Abbiamo dovuto imparare un nuovo modo di produrre, ma anche un nuovo modo di fare ricerca e sviluppo: dei nostri manager si sono quindi trasferiti negli Stati Uniti per circa un anno per acquisire le conoscenze necessarie in ambito tecnologico, che poi hanno trasferito nel sito di Avezzano una volta tornati a casa”, continua Galbiati. Questo processo ha permesso a Lfoundry di preservare la propria rilevanza a livello mondiale nel campo dei sensori d’immagine, che detiene ancora oggi con una nuova proprietà.

Competenze in continuo aggiornamento

“L’ondata del cambiamento nei modi di fare produzione nell’era dell’Industria 4.0 ha sicuramente influenzato anche noi, e influenzerà anche dei lavori che ne prossimi anni probabilmente non ci saranno più e verranno rimpiazzati dall’automazione: la sfida sarà quella di gestire questa trasformazione in maniera non traumatica, puntando sull’aggiornamento delle competenze dei dipendenti e, potendo crescere, su nuove assunzioni”, spiega Galbiati.

Attualmente, la maggior parte degli operatori e dei tecnici di produzione proviene da un bacino territoriale di circa 80 chilometri da Avezzano, e molti arrivano dagli istituti tecnici della zona: i dipendenti sono tutti almeno diplomati. A livello ingegneristico, il personale proviene da tutta Italia ma soprattutto dal Centro Sud, con preminenza di neolaureati anche grazie alle varie partnership dell’azienda con le università circostanti, come quelle di Ingegneria de L’Aquila.

In futuro, in Lfoundry saranno richiesti ancora laureati in ingegneria elettronica, fisica, ma anche in scienze dei materiali ed esperti in nanostrutture e nanotecnologie. Fondamentali per l’azienda saranno anche le capacità in Data mining, Intelligenza Artificiale applicata alla produzione e alla manutenzione, Machine learning per un controllo più preciso ed accurato del comportamento delle sofisticate attrezzature e dei processi.

A questo si aggiunge il ruolo nuovo che la realtà avezzanese dovrà giocare trasformandosi da Foundry in una IDM (Integrated Device Manufacturing), entità integrata che partecipa alla realizzazione di prodotti finiti e di sistemi per il B2B dell’elettronica.

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