Se le persone diventano ‘cardine’, l’organizzazione si trasforma

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Aristotele riteneva che “a colui che è in grado di impadronirsi del maggior numero di tecniche la natura ha dato, con la mano, lo strumento in grado di utilizzare il più gran numero di altri strumenti. […] La mano sembra in effetti essere non un solo strumento, ma molti strumenti al tempo stesso, è infatti, per così dire, strumento prima degli strumenti”. Ed è nelle mani dell’uomo che risiede il lavoro e quindi la conoscenza.

Senza scomodare i grandi pensatori, è indubbio che nelle aziende sono (ancora) le ‘mani’ delle persone a possedere la conoscenza dei processi. Ecco perché coinvolgere le risorse umane nella risoluzione dei problemi può solo essere un arricchimento.

Concetto questo che è stato messo in pratica in Lema, mobilificio fondato in Brianza nel 1970 dalla famiglia Meroni, erede di una tradizione risalente agli Anni 30. All’inizio era una micro realtà poi ‘esplosa’ negli Anni 40, con l’apertura del primo negozio a Milano. E di azienda si può iniziare a parlare negli Anni 70 quando i figli del fondatore decisero di avviare una produzione industriale e affidarono la progettazione della sede di Alzate all’architetto Angelo Mangiarotti, una delle figure più rilevanti del disegno industriale italiano.

Lema è stata la prima azienda italiana a sviluppare un sistema a spalla portante in più finiture e l’armadio al centimetro che per i non addetti ai lavori significa poter avere librerie e mobili componibili e su misura. Innovazioni di prodotto che hanno reso Lema un’azienda iconica del Made in Italy. Oggi il Gruppo Lema è composto dalle divisioni casa, contract e ufficio e International office concept, con un fatturato complessivo di circa 80 milioni di euro e 300 dipendenti.

Più produttivi grazie alla partecipazione

Nel luglio del 2017 l’azienda ha avviato un progetto in via sperimentale in due stabilimenti produttivi con l’accordo delle organizzazioni sindacali che è stato denominato Produttività attraverso la semplicità per eliminare gli sprechi nei reparti produttivi.

L’accordo con i sindacati è nato per valorizzare la collaborazione attiva e i suggerimenti dei lavoratori che operano nel processo produttivo, lungo la catena del valore, affinché fossero coinvolti nella soluzione dei problemi ed entrassero a far parte di un’apposita commissione paritetica.

Fondamentali per il successo della sperimentazione sono state le figure professionali ‘cardine’ che operano in fasi ‘chiave’ del processo produttivo e che si coordinano con gli altri lavoratori lungo la catena della creazione di valore. Al conseguimento degli obiettivi, stabiliti dall’accordo tramite precisi indicatori di miglioramento, è stata legata un’incentivazione economica. A sei mesi dalla sperimentazione già si registrava un grande successo.

 

L’articolo completo è stato pubblicato sul numero di luglio-agosto di Persone&Conoscenze.
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