Lavoro somministrato

Il lavoro somministrato a 20 anni dalla legge Treu

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La cerimonia di consegna dei diplomi del Master in Consulenza del Lavoro e Direzione del Personale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, promosso da Centro europeo di diritto del lavoro e relazioni industriali (Cedri), Dottorato di Ricerca in Diritto del Lavoro e Relazioni Industriali e Dottorato “Impresa, Lavoro e Istituzioni”, è stata l’occasione per riflettere sul lavoro somministrato a 20 anni dal pacchetto Treu.

Tiziano Treu
Tiziano Treu

Ospite d’eccezione, Tiziano Treu (da cui prende il nome la legge), Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale nel Governo Dini e nel Governo Prodi (1995-1998) e Presidente del CNEL, ha aperto il pomeriggio di lavori con una lectio magistralis, nella quale ha cercato di ridare la giusta dimensione di quale fosse il significato del provvedimento nel 1997 e di cosa ne resta oggi. “L’obiettivo era minimo, dal momento che l’Italia era l’unico Paese dove il lavoro interinale era vietato e severamente sanzionato. Ci prefiggevamo quindi di regolamentare una realtà che di fatto esisteva in modo ‘clandestino’, nella convinzione che comunque si sarebbe trattato di un fenomeno marginale”, ha esordito Treu.

Tre i punti fondamentali introdotti dalla legge Treu che vengono ricordati: la creazione di un fondo destinato alla formazione molto consistente, pari al 4% della massa salariale; l’emanazione del principio della parità di trattamento fra lavoratori all’interno di una stessa azienda; la restrizione delle autorizzazioni alle Agenzie per il lavoro a un numero limitato, che doveva soddisfare requisiti stringenti.

“L’applicazione del disegno di legge ha avuto risvolti interessanti, considerati positivi persino dai suoi principali oppositori iniziali”, ha ricordato l’ex Ministro. “Una volta cadute le diffidenze, si è allargato il campo d’azione anche dal punto di vista normativo”. Così si è allungata la durata media delle somministrazioni, si è arricchita di funzioni applicative e le APL sono state riconosciute come attori del mercato del lavoro e operatori della rete dei servizi per il lavoro rivolti alle imprese.

Allo stesso modo anche le funzioni delle Agenzie si sono fortemente diversificate con il trascorrere del tempo: se l’intermediazione è da sempre considerato il core, si aggiunge oggi un ruolo di spicco nell’alternanza scuola-lavoro, “che prevede orientamento, allineamento e comunicazione per mettere in rapporto i professori della scuola e le aziende”. A fronte del progressivo ridursi della durata di permanenza all’interno della medesima organizzazione (dal contratto a tempo indeterminato, a 7-8 anni, fino agli odierni 2-3 anni che rappresentano il valore medio), “le APL rappresentano un attore importante nella ricollocazione”.

La parola alle APL

Interessante allora ascoltare anche il punto di vista di due fra le maggiori Agenzie per il lavoro operanti in Italia, nate proprio all’indomani della legge Treu.

Alessandro Ramazza
Alessandro Ramazza

“Sono poche le leggi di cui si ricordano gli anniversari”, ha commentato Alessandro Ramazza, Consigliere di amministrazione di Randstad Group Italia. “Tuttavia la legge Treu si colloca in un orizzonte significativo per un Paese come il nostro che è il secondo in Europa per possibilità offerte dalle A

Rosario Rasizza
Rosario Rasizza

genzie per il lavoro”. Fra gli scenari inediti ed estremamente attuali, sta prendendo forma lo staff leasing, ovvero l’assunzione a tempo indeterminato da parte dell’APL stessa, che assicura, “una volta terminato l’incarico presso l’azienda, un arco temporale di disponibilità retribuita”: Ramazza ha quindi spiegato che una simile forma contrattuale si presenta come una “politica passiva volta al ricollocamento del lavoratore, al fine di garantirne la massima occupabilità”.

L’interesse per il mondo delle Agenzie per il lavoro da parte Rosario Rasizza, Amministratore Delegato di Openjobmetis, nasceva già nel 1995, prima dallo studio del mercato francese, poi dal dialogo e confronto con gli imprenditori italiani. Tornando indietro con la memoria, ha ricordato: “Una volta entrare in un’APL era quasi vergognoso. Il ragionamento che stava dietro era del tipo ‘Siccome nessuno ti vuole, ti rivolgi all’Agenzia’. Così le APL sono dovute passare dalla panchina al terreno di gioco”. Come fischio di inizio, Rasizza è convinto che la legge italiana sia una delle più innovative, “al secondo posto come complessità e al tempo stesso per completezza, così garantire un mercato estremamente regolamentato”.

Il tema dell’evoluzione delle Agenzie per il lavoro è stato approfondito all’interno di uno Speciale APL, pubblicato in due puntate sul numero di Ottobre 2017 e sul numero di Novembre 2017 di Persone&Conoscenze.

Per leggere gli articoli delle riviste – acquista la versione .pdf scrivendo a daniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434419).

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