Jobs App, un nuovo contratto di lavoro per l’economia digitale

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Il mondo del lavoro sta cambiando velocemente, ma le regole del lavoro non vanno alla stessa velocità. Negli ultimi anni si sono moltiplicate le professioni autonome e freelance che hanno, però, alcune caratteristiche del lavoro dipendente. È questa l’identità delle nuove forme di lavoro mediate dalle app: la cosiddetta app economy è un modello che non si fonda su un legame continuativo e subordinato, ma al contrario si basa su un rapporto discontinuo e on demand, determinato dalle richieste dei clienti e mediato da apposite piattaforme digitali.

Queste app sono ampiamente utilizzate nell’ambito della sharing economy (l’economia collaborativa), e rappresentano la base operativa di alcuni nuovi business come il food delivery e altri servizi di trasporto, domestici e professionali peer-to-peer. Si tratta di un fenomeno di integrazione, e non di sostituzione, del lavoro tradizionale, nel quale i dipendenti non sono autonomi ma nemmeno subordinati.

A queste forme di lavoro non è possibile applicare integralmente le classiche regole del lavoro dipendente. Eppure, in Italia la normativa è ancora ferma al secolo scorso. Il diritto del lavoro attuale nel nostro Paese, infatti, vede un grande divario tra il cambiamento delle esigenze di oggi e la normativa ispirata a schemi del passato, quando il lavoro era uno, fisso, per sempre.

Inoltre l’affermazione del ‘lavoro ibrido’ e di nuove modalità di lavoro come lo Smart working ha scardinato le principali regole del contratto di lavoro subordinato: il luogo e l’orario.

Quali soluzioni giuridiche e organizzative possono dunque funzionare per tipologie di lavoro così distanti dalle forme più consuete di impiego? Si interrogano su tutto questo e cercano di trovare le risposte adeguate Francesco Rotondi, Giuslavorista e co-Founder dello studio legale LabLaw, e Luca Solari Docente di Organizzazione Aziendale all’Università degli Studi di Milano, nel libro Jobs App, un nuovo contratto di lavoro per l’economia digitale.

“In Italia c’è un tema culturale relativo alla paura del cambiamento delle normative in relazione ai cambiamenti sociali”, afferma Rotondi. “Le attuali normative non sono adeguate ai cambiamenti in atto nel mondo del lavoro. Per esempio, non si deve considerare solo la retribuzione legata all’orario di lavoro, ma bisogna parlare di temi come le nuove modalità di lavoro, l’organizzazione e le nuove competenze”.

Un nuovo scenario economico e produttivo

Porre le basi per un nuovo contratto di lavoro, quindi, significa innanzitutto prendere coscienza dello scenario economico e produttivo del mondo del lavoro di oggi, sforzandosi di comprendere i repentini e profondi cambiamenti degli ultimi anni.

Secondo Solari, oggi “è in corso una ‘scomponibilità’ del lavoro, legata alle nuove tecnologie, che non ha più le caratteristiche del passato. La persona ha un ‘portafoglio’ di attività frammentate (spesso senza vincoli spazio-temporali) che è difficilmente regolabile. Questa scomposizione riguarda sempre di più il modo in cui le persone lavorano nelle organizzazioni”.

Si tratta quindi di regolamentare uno dei settori emergenti della nuova economia, quello della app economy, trovando un terreno comune per un lavoro che non è dipendente, ma neanche totalmente autonomo, tutelando allo stesso tempo i lavoratori di questo settore indipendentemente dall’uso delle tecnologie, per far sì che il loro rapporto di lavoro sia strutturato con delle regole chiare, non in balia di un algoritmo.

I punti fondamentali su cui basare la discussione del Jobs App sono tre: una retribuzione variabile legata alla prestazione e non al tempo messo a disposizione; un minimo per retribuire la prestazione a seconda del settore, della concorrenza e del mercato, per tutte le aziende della Gig economy; un welfare di settore e tutele che, con una percentuale fissa, obbligatoria e aggiuntiva su ogni retribuzione, finanzi un fondo di categoria per coprire malattia, assicurazione sanitaria e infortunio.

Secondo gli autori, così si potranno portare benefici e tutele per i lavoratori del settore e incrementare la competitività e lo sviluppo di una nuova economia on demand.

Dal punto di vista manageriale, infine, affrontare la convivenza di tipologie di impiego così eterogenee significa scommettere su nuove forme di organizzazione, gestite da dinamiche più collaborative, meno verticalizzate e maggiormente responsabilizzanti. Tutto questo è il Jobs App.

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