Come l’Inter si prende cura della squadra intorno alla squadra

Ha 110 anni, ma non li dimostra affatto. Basta passeggiare nei corridoi della sede di F.C. Internazionale Milano Spa (è questo il nome completo della società, spesso abbreviata in “Inter”) per rendersi conto che, nonostante il suo secolo e oltre di vita, la società è in fase di trasformazione e di costruzione del futuro.

Una trasformazione che ha vissuto una accelerata soprattutto dall’ultimo passaggio di proprietà, avvenuto nel 2016 con l’entrata in scena della Suning Holdings Group dell’imprenditore cinese Zhang Jindong, e l’uscita di Massimo Moratti, Presidente per oltre 20 anni del club nerazzurro e figura che ha scritto la più recente storia del club. È stato, infatti, sotto la sua presidenza che l’Inter è passata alla storia con il Triplete (la vittoria nella stessa stagione di Champions League, campionato e Coppa Italia): un traguardo finora mai ottenuto da nessun’altra squadra italiana e raggiunto da appena altri sei club europei.

La Diversity come valore dell’organizzazione

Ilaria Quattrociocche, HR Director dell’Inter

La stanza in cui incontriamo Ilaria Quattrociocche, HR Director dell’Inter, è la ‘Sala dell’Orologio’, proprio davanti all’archivio che contiene tutto il materiale fotografico della squadra: sull’unica parete non a vetri c’è la fotografia in bianco e nero dei fondatori dell’Inter e accanto c’è un orologio con la scritta 1908 e le cui lancette sono ferme una sul 9 e una sul 3. Non è un orario casuale, perché l’orologio nasconde la data di fondazione del club: 9 marzo 1908. Fu in quel giorno che, nel ristorante L’Orologio di Milano, 43 ‘dissidenti’ del Milan, all’epoca unica squadra di Milano, fondarono il Foot-Ball Club Internazionale, ribellandosi alla scelta di non schierare calciatori stranieri in aggiunta a quelli già presenti nella rosa.

Una scelta che ‘resiste’ ancora oggi nel Dna dell’organizzazione. Escludendo i giocatori, nella società “convivono sette diverse etnie nello staff”: “Abbiamo colleghi italiani, cinesi, svizzeri, albanesi, argentini, inglesi e americani”, spiega Quattrociocche. A proposito della Sala dell’Orologio, è qui che il Vice Presidente dell’Inter Javier Zanetti –ex capitano nerazzurro e giocatore con più presenze e più vincente nella storia del club– accoglie i nuovi assunti per “trasmettere, con il suo racconto, i valori della società”, precisa la manager, che evidenzia come questo sia uno dei passaggi del piano di onboarding destinato alle nuove figure: un progetto fortemente voluto da Quattrociocche che lo ha gestito, quasi con la logica del ‘foglio bianco’. “A livello di gestione delle persone serviva impostare una strategia HR, individuando però la giusta sequenza di progetti da implementare per riuscire a far accogliere le novità a tutti”.

HR a supporto del Finance per il payroll

La svolta dell’Inter a livello di gestione delle persone è infatti datata 2013, quando con il passaggio di proprietà che ha visto l’arrivo di Erick Thohir si è assistito all’evoluzione societaria con l’introduzione di logiche più legate al Return of investment (ROI) e quindi anche allo sviluppo del brand oltre che alla cura per il core business. “Da squadra di calcio abbiamo iniziato a organizzarci per diventare una media company”, continua l’HR Director. Tradotto vuol dire trasformarsi in un soggetto che produce e diffonde contenuti su diverse piattaforme: una bella differenza dall’essere ‘solo’ un club sportivo.

Per questo, a differenza di una azienda ‘tradizionale’, un club calcistico ha un assetto più complicato: “Nella nostra società convivono tre diverse anime; una sportiva, una legata al brand e una di Corporate per il supporto delle attività del core business”, racconta Quattrociocche. Nella Corporate trovano spazio, oltre l’HR, anche il Finance, l’IT e il Procurement e Legal: si tratta delle funzioni che permettono alla macchina di funzionare, fornendo supporto al resto della società.

In totale come Staff sono attive circa 200 persone (65% uomini e 35% donne), suddivisi in cinque sedi: l’headquarter di Corso Vittorio Emanuele a Milano; lo stadio San Siro; il Centro sportivo Suning in memoria di Angelo Moratti (campo di allenamento della prima squadra); il Centro sportivo Suning in memoria di Giacinto Facchetti (dove si allena la Primavera); il magazzino del club.

La sala dei trofei dell’Inter: al centro si riconoscono le coppe del Triplete del 2010

“In totale l’universo Inter conta circa 350 addetti, tra persone dell’area sportiva –qui rientrano giocatori, dirigenti, tecnici e anche i collaboratori professionisti come lo staff medico– e gli employee dello Staff. Si tratta di una complessità non legata alla dimensione, ma al mix di tipologie di contratti; abbiamo scelto la via della semplificazione, fermandoci quando abbiamo riconosciuto il valore delle differenze”. Infatti, su questo punto le cose si complicano rispetto a un’azienda tradizionale. “La segreteria sportiva si occupa di gestire in toto i contratti di lavoro sportivo”, spiega Quattrociocche. “Ma la gestione amministrativa del cedolino spetta al Finance, perché si tratta di un aspetto che serve presidiare con estrema attenzione anche a seguito delle nuove regole di Financial Fair Play”. Perché sì, anche i giocatori hanno il cedolino! E sempre al Finance è demandato il controllo e la gestione dei cedolini della parte di staff (compresi gli aspetti di imputazione dei dati), anche se in questo caso l’HR è chiamato alla raccolta delle informazioni, fungendo quindi da supporto.

Tralasciando quindi tutti i contratti di natura sportiva, tutti gli altri ricadono però sull’HR di Quattrociocche, nella cui funzione lavora insieme con due HR Manager –il primo, di grande esperienza di azienda, segue la comunicazione e l’area sportiva oltre agli aspetti di organizzazione e processo, l’altro con focus su area commercialee corporate– con una risorsa per l’amministrazione e con un’altra per la formazione e sviluppo oltre che a supporto del coordinamento della comunicazione interna.

Prendersi cura delle nuove risorse 

L’area sportiva si occupa dell’onboarding dei giocatori, i “cui tempi di inserimento sono molto più compressi rispetto a quelli dedicati al personale di Staff”. Infatti, nel mondo del calcio, una volta chiusa la trattativa, i nuovi componenti della squadra sono già pronti per l’annuncio ufficiale e per l’inserimento in rosa. “Spesso si tratta di ragazzi accompagnati dalla famiglia che hanno necessità di vario tipo: dalla ricerca della casa, all’apertura del conto corrente, del permesso di lavoro… Sono tutti aspetti che gestisce l’area sportiva”.

L’iter tradizionale per le nuove figure di Staff, invece, è meno rapido e può durare fino a quattro settimane in base al tipo di ruolo inserito: il progetto prevede cinque step. “Il primo è l’accoglienza e il colloquio con i colleghi di differenti funzioni, con lo scopo di conoscere policy e procedure”, spiega Quattrociocche.

Poi c’è il confronto con il top management, grazie al Vice Presidente Zanetti di cui si è raccontato in precedenza. Sempre il primo giorno, è inviata una mail –E-Welcome interactive email– che “permette di avere una mappa in grado di spiegare l’intranet aziendale e di offrire tutte le informazioni necessarie con i link ai contenuti e ai documenti di maggiore interesse”. Il terzo step prevede un “pranzo informale” durante la prima settimana, che ha l’obiettivo di “rinforzare il messaggio di benvenuto”. La stessa HR Director, inoltre, ci tiene a “incontrare personalmente” tutte le nuove risorse: “Di solito partecipo alla fase di selezione, ma in caso contrario cerco sempre di ritagliarmi del tempo non appena entrano in azienda”.

Quindi nell’arco delle prime due settimane si organizza il “follow-up meeting” per verificare se sono stati letti e compresi i documenti dell’organizzazione e per “assicurare un’integrazione graduale”. Infine, nei primi mesi, per avere una più ampia conoscenza della società e per facilitare la comprensione di quanto accade il giorno delle partite anche nel backstage, il quinto step –Induction@SanSiro– è la partecipazione attiva alla gara: “Vuol dire partecipare a tutti gli eventi pre-partita fino al fischio d’inizio per conoscere il ‘dietro le quinte’ della gara e conoscere il grande lavoro che si svolge all’ombra dei media”, argomenta l’HR Director.

La sala delle coppe dell’Inter

Quali sono i vantaggi di questo processo arricchito da settembre 2017 e che si prende cura delle nuove persone con un percorso a loro dedicato? “Sono molti; per esempio il risparmio dei costi e di tempo perché si organizzano meeting di gruppo –due al mese– al posto di incontri one-to-one; poi c’è il il kit di documentazione in versione paperless…”. Quali sono invece le caratteristiche ricercate in casa Inter? “Dal 2017 abbiamo introdotto un modello di competenze che si basa in primis sull’orientamento al risultato e la collaborazione; il modello aiuta a capire cosa serve per fare bene”, spiega l’HR Director. “Il modello è uno strumento che aiuta i manager a orientarsi non solo perché dice che cosa bisogna osservare, ma svela come osservarlo. Infatti il pilastro della valutazione delle performance non è la persona, ma che cosa ha fatto e come l’ha fatto, oltre a dare supporto nella pianificazione dei bisogni formativi”. Ai Millennial è di certo richiesta “la resilienza”: “Sappiamo di offrire un lavoro molto affascinante, ma nonostante abbia a che vedere con lo sport o magari con la propria squadra del cuore è molto impegnativo”.

Il principale canale di reclutamento del club nerazzurro per le posizioni Junior è stato a oggi lo stage al termine dei Master, soprattutto quelli in cui abbiamo instaurato proficue collaborazioni. “La vera sfida per l’HR è fare un buono screening delle candidature, perché ne riceviamo molte”, ammette Quattrociocche. Di certo un’esperienza nell’organizzazione aumenta l’employability: “Svolgere uno stage all’Inter significa avere la chiarezza di occuparsi di qualcosa di concreto e di vederne i risultati in modo evidente; seguiamo i percorsi di chi ha fatto uno stage da noi e spesso li ritroviamo ricoprire posizioni molto interessanti”.

Anche sul tema delle politiche di gestione delle retribuzioni, l’HR dell’Inter è partita da zero, impostando un lavoro di mappatura delle posizioni nell’organizzazione, punto di partenza necessario per potersi confrontare con altre aziende attraverso le indagini retributive. “Abbiamo scelto il confronto con società dei settori media entertainment, del lusso, del Fashion e dei Beni di consumo: brand internazionali con sede in Italia”, dice Quattrociocche. L’obiettivo? “Individuare le zone di miglioramento e darci priorità per impostare le nuove strategie; si tratta di un atteggiamento di un’azienda che vuole guardare al futuro”.

 

L’intervista completa sarà pubblicata sul numero di Aprile di Persone&Conoscenze.
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