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Genitori al lavoro, storie di ordinaria conciliazione tra vita privata e ufficio

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Diventare genitori stravolge la vita e inevitabilmente anche quella lavorativa. Perché se da una parte modifica l’equilibrio in famiglia, dall’altra ha un impatto nel modo con cui si affronta il proprio ruolo di lavoratori. Per ‘incastrare’ questi due aspetti, in azienda si parla di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro: si tratta di un’espressione che svela il tentativo di trovare un compromesso tra ruoli che in apparenza sono contrapposti, ma che in realtà sono strettamente intrecciati. Sono sempre di più le imprese impegnate a trovare soluzioni di flessibilità dei tempi e degli spazi per favorire la genitorialità, sostenendo i neogenitori nella fase di crescita dei figli.

Va in questa direzione il libro Genitori al lavoro. Il lavoro dei genitori (ESTE, 2019), scritto da Elena Barazzetta, Ricercatrice del progetto Percorsi di secondo welfare e collaboratrice di Persone&Conoscenze, con i contributi di Dario Colombo, Martina Galbiati e Federico Perelli, neogenitori che raccontano le loro esperienze, cui si aggiunge una narrazione del Direttore Editoriale di ESTE Chiara Lupi, mamma da 24 anni. A curare la prefazione è invece Riccarda Zezza, CEO di Life Based Value e ideatrice del percorso di formazione MAAM, Maternity as a Master che dal 2017 si è allargato anche ai papà.

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L’analisi dei sostegni per i neogenitori

Il volume è suddiviso in tre parti. La prima fornisce l’inquadramento del tema della conciliazione vita-lavoro nella sua complessità, in particolare attraverso la descrizione del contesto e delle misure presenti nel nostro Paese con un confronto con Francia e Germania e di quanto approvato a livello europeo.

Nella seconda parte, invece, Barazzetta indaga il nesso tra la genitorialità e il mondo aziendale, in particolare della PMI, attraverso la descrizione delle misure di conciliazione che possono essere implementate e le ricadute che queste hanno a livello organizzativo, oltre che ai vantaggi per madri e padri.

Su questo aspetto, l’autrice sottolinea come “scelte differenti hanno impatti diversi rispetto alle modalità con cui viene favorita la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”: “L’erogazione in denaro è una soluzione che caratterizza principalmente le iniziative di welfare pubblico e favorisce la presa in carico delle cure all’interno della famiglia; i servizi esternalizzano il compito della cura al di fuori della cerchia familiare delegandolo generalmente alle strutture presenti sul territorio o interne alle aziende”.

Nel libro c’è spazio anche per le misure di conciliazione messe a disposizione dal territorio, in particolare da parte delle Reti Territoriali di Conciliazione, di cui sono illustrate la governance e le linee di azione, ma pure i punti di forza e le criticità. Grazie all’analisi di alcuni progetti come quello di MAAM, Barazzetta evidenzia come l’esperienza dei genitori sia in grado di sviluppare proprio quelle abilità –le famose soft skill– che le aziende ricercano con tanta bramosia.

“Sono le competenze molto difficili da trovare e da migliorare, perché richiedono un esercizio pratico difficilmente attuabile in aula”. Ma i genitori possono allenarsi a casa, grazie alla “palestra continua della genitorialità”. È quanto evidenzia anche Zezza: “Le esperienze di vita diventano palestre sempre presenti, con micro (e macro!) apprendimenti a costo zero, perché riguardano relazioni, sfide e motivazioni che fanno già parte della quotidianità delle persone”.

Le PMI al fianco dei genitori 

L’ultima parte del libro è invece dedicata alle interviste ad alcune aziende che si sono contraddistinte per le iniziative che, con la finalità ultima di rilanciare il proprio business, hanno messo in campo a sostegno della genitorialità. Tra queste c’è Brazzale, gruppo specializzato nel mondo del latte, che ha lanciato il Baby Bonus, ovvero il corrispettivo di 1.500 euro per ogni nuovo nato riservato a tutti i collaboratori.

Oppure Eurointerim, Agenzia per il Lavoro di Padova che ha stanziato 50mila euro per i dipendenti prossimi a diventare genitori. Redimec –la più piccola delle aziende coinvolte nel libro– ha declinato la scelta di essere un’impresa socialmente responsabile con l’adozione dell’orario flessibile che si affianca a una serie di strumenti per i genitori, inseriti nel piano di welfare aziendale realizzato attraverso un’iniziativa.

Lo studio legale internazionale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners (Gop) si è messo in evidenza proprio per le iniziative destinate alla genitorialità (l’87% dei circa 150 dipendenti che forniscono servizi ai 450 professionisti è donna) che si concretizzano, oltre che con i servizi messi a disposizione dal welfare aziendale on top, con il Bonus bebè del valore di 2mila euro utilizzabile attraverso la piattaforma di flexible benefit.

Infine c’è l’Istituto Firc di Oncologia Molecolare di Milano (Ifom) che, tra le varie iniziative, ha creato il Laboratorio G, destinato alle ricercatrici in gravidanza e in fase di allattamento, che permette di portare avanti le ricerche in un ambiente protetto. Ma numerosi sono gli spunti e le proposte contenute nel volume che, tra i primi in Italia, prova ad affrontare il tema della genitorialità a 360 gradi.

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