Ecco cosa chiedono gli italiani al governo Letta, secondo Istant Survey di Gi Group
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A poche settimane dall’insediamento del governo Letta, Gi Group presenta i dati emersi dalla Instant Survey −realizzata in collaborazione con OD&M Consulting− su un campione rappresentativo di 2.700 intervistati.
Obiettivo: rilevare il punto di vista degli italiani rispetto alle azioni che il nuovo governo dovrebbe attuare per far ripartire l’occupazione.
Gli italiani chiedono ai vertici politici meno tasse, una semplificazione normativa del lavoro e meno costi per le aziende che assumono a tempo indeterminato.
Le principali evidenze emerse:
- “diminuire le tasse sul lavoro in modo che le persone ricevano uno stipendio netto maggiore”, è stata la risposta più indicata per il 79% dei rispondenti;
- “far pagare meno tasse alle aziende che assumono a tempo indeterminato”, invece, la seconda (62% del campione intervistato);
- “semplificare le norme sul lavoro”, la terza opzione più votata (36% degli italiani);
- per giovani e studenti sembra essere più importante “rendere la formazione scolastica più allineata alle esigenze delle imprese” (giovani 32%, studenti 45%) piuttosto che la “semplificazione delle norme sul lavoro” (giovani 28%, studenti 26%).
“Dai risultati emersi consegue che la priorità per gli italiani oggi è la riduzione del cuneo fiscale e della tassazione sul lavoro –afferma Stefano Colli-Lanzi, CEO di Gi Group–. I primi due interventi indicati dal campione intervistato vanno in questa direzione. Questo non stupisce considerando che in Italia permane a oggi in assoluto uno dei livelli più alti di imposta sul lavoro. Anche la necessità di una semplificazione normativa risulta particolarmente sentita. Come operatore di riferimento del mercato del lavoro vogliamo sposarla in pieno, soprattutto in merito ad alcuni strumenti come l’apprendistato che potrebbero beneficiarne ulteriormente. Analizzando poi le risposte per cluster emerge come anche il disallineamento scuola-lavoro sia tra le priorità da risolvere per gli italiani e soprattutto di chi lo vive sulla propria pelle: non è un caso, infatti, che i più giovani e gli studenti abbiano indicato questa voce come terzo elemento”.
Ulteriori evidenze della survey:
- “spostare le risorse pubbliche da politiche passive −che erogano soldi pubblici alle persone senza lavoro (cassa integrazione, mobilità)− a politiche attive per aiutare le persone a trovare una nuova occupazione con il loro impegno attivo (ricollocazione professionale, formazione)”, votata dal 18,1% dei rispondenti;
- “aumentare i posti di lavoro nel settore pubblico”, per il 17,7% dei rispondenti.
“L’attenzione alle politiche attive –continua Colli-Lanzi− è una sorpresa positiva a testimonianza di una nuova consapevolezza: affiancare politiche attive del lavoro in grado di supportare le persone in un’ottica di costante employability”.
La survey ha consentito ai rispondenti di lasciare ulteriori suggerimenti su possibili interventi utili per il rilancio dell’occupazione:
- intervento di ridimensionamento dei costi della politica (ridurre il numero di politici, i loro stipendi, vitalizi, rimborsi, privilegi e pensioni, non permettere i doppi incarichi);
- rinnovamento della pubblica amministrazione (maggiori controlli su enti pubblici e la loro produttività per aumentare l’efficienza, eliminando gli sprechi e riducendo i costi; applicazione delle normative del lavoro privato anche ai dipendenti pubblici, ridurre/aumentare il numero di lavoratori pubblici, assumere i precari della pubblica amministrazione);
- interventi fiscali (riduzione delle tasse, patrimoniale progressiva, riduzione tasse su imprese, esenzione nuove assunzioni per un certo periodo di tempo, tassazione solo a fine anno su utili reali, riduzione delle imposte per chi dall’estero investe in Italia).
Seguono poi ulteriori indicazioni fornite nei seguenti ambiti: contrasto all’illegalità, incentivi alle aziende, incentivi/agevolazioni per l’assunzione di determinate categorie di lavoratori, promozione di maggior equità salariale, nuove soluzioni contrattuali, ulteriori interventi normativi, sistemi di sostegno al reddito, azioni sulle pensioni, soluzioni di chiusura nazionale.
Carlos Carralero
Perché non si parla delle burocrazia? Perch non fanno diventare questa asfissianete burocrazia piu eficace, piu capace, piu mericratica. Meno mafiosa, meno assurda. Solo gli italiani vivono senza rendersi conto di questa dittatura delle carte e il sociolismo in democrazia.