
Contratti di rete, Friuli e Abruzzo ai primi posti
Il Friuli Venezia Giulia è la regione italiana dove sono più utilizzati i contratti di rete (112 imprese aderenti ogni 10mila aziende attive nella Regione), con l’Abruzzo (65 su 10mila imprese) al secondo posto e il Lazio (53 su 10mila) al terzo. A rilevarlo è Aster, società della Regione Emilia-Romagna per l’innovazione e la ricerca industriale, che ha realizzato un tool interattivo (http://bit.ly/contratti_rete), per facilitare la ricerca e il reperimento delle informazioni registrate alla Camera di Commercio, offrendo così la possibilità di individuare le imprese in rete anche su base comunale.
Il contratto di rete è uno strumento innovativo attraverso il quale più imprese collaborano per realizzare progetti condivisi, che non riuscirebbero a sviluppare singolarmente, mantenendo la propria indipendenza, con l’obiettivo di incrementare la capacità innovativa e la competitività. Le imprese devono predisporre un piano generale d’azione (programma di rete), in cui sono definiti gli obiettivi da raggiungere e i rapporti di collaborazione e condivisione, l’investimento e il tipo di legame da adottare.
I contratti di rete per settori e regioni
Secondo l’indagine elaborata da Aster, a livello nazionale i contratti di rete sono 4.224 per un totale di 22.443 imprese coinvolte. Il 33% delle imprese in rete (circa 7.500) opera nel settore dei servizi, mentre il secondo settore più rappresentato è quello dell’industria e dell’artigianato (28%). Poco meno di un quinto delle imprese (18%) è attiva nel settore dell’agricoltura mentre più di una su 10 (13%) opera nel commercio. Meno rappresentate (6%) le aziende del settore turistico.
Complessivamente, circa il 50% delle imprese in rete si concentra in Lazio, Lombardia, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna. In termini assoluti il Lazio (3.430) ha più imprese in rete della Lombardia (3.012) e del Veneto (2.026). Al quarto posto la Toscana (1.817), che precede Emilia-Romagna (1.776) e Campania (1.592).

Le province più virtuose
La provincia italiana dove la tipologia dei contratti di rete è più diffusa è Viterbo, con 127 imprese in rete ogni 10mila, seguita a breve distanza da numerose altre province del Nord Italia. Tuttavia secondo l’analisi di Aster, sorprende che fra le grandi assenti nelle prime posizioni della classifica ci siano le province di Milano (27 aziende in rete ogni 10mila) e Torino (18 su 10mila), rispettivamente 73esima e 98esima in graduatoria.

Se non sorprende che le province dove in termini assoluti ci sono più aziende sottoscrittrici di contratti di rete siano Roma (1789) e Milano (1.025), è sicuramente un dato interessante la presenza, al terzo e quarto sposto della classifica, di Bari (711) e Salerno (587). Torino (con 400 aziende) è solo 14esima. Campobasso (31), Vercelli (29) e Isernia (11) sono, invece, le aree con meno aziende in rete.
“Il valore aggiunto di questa forma di collaborazione è noto”, ha commentato Paolo Bonaretti, Direttore Generale di Aster, “ed è confermato dal recente rapporto ISTAT-Confindustria Gli effetti del contratto di Rete sulla performance delle imprese secondo cui le imprese che vi hanno aderito registrano una maggiore crescita dell’occupazione e del fatturato rispetto ad aziende similari non in rete (rispettivamente +11,2% e +14,4% dopo tre anni). La diffusione di questa forma di aggregazione è ovviamente maggiore in quelle regioni che adottano politiche di incentivo all’utilizzo e che possono contare anche sulla spinta propulsiva delle organizzazioni di categoria”.