Condivisione delle informazioni e creatività: serve il cantiere di miglioramento continuo

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di Paolo Guazzotti Associate Partner Ergon MasterTeam Network

Quando si parla di cantiere di miglioramento continuo bisogna sempre pensare a una situazione in cui occorre ‘costruire’ un risultato per l’azienda e, al tempo stesso, un nuovo approccio nel risolvere i problemi, una nuova mentalità che metta in discussione – in ottica migliorativa – il funzionamento attuale, nuovi comportamenti personali e di team che facilitano la condivisione delle informazioni, la creatività, la gestione delle attività, la collaborazione.

 

 

 

Cantiere quindi coincide con un doppio ‘divenire’: di risultato e di comportamento, del cosa e del come e per questo non può che avere un’anima strettamente formativa e di sviluppo.
Il riferirsi a queste due variabili e al fatto che debbano vivere in simbiosi, rappresenta la condicio sine qua non per garantire che risultati e comportamenti siano – come richiama l’aggettivo del cantiere – continui, cioè attivati con sistematicità, costanza, abitudine.

Per arrivare a questo risultato, occorre pensare di dover gestire innanzitutto il cantiere come processo di cambiamento e quindi costruirlo e condurlo secondo requisiti rigorosi:
• obiettivo di miglioramento specifico, concreto e condiviso tra tutti (Direzione e partecipanti);
• la strutturazione del cantiere secondo un progetto di action-learning in cui a momenti di lavoro vero e proprio in azienda sull’obiettivo oggetto del cantiere si alternano occasioni di confronto e avanzamento in aula (otto mezze giornate distribuite su tre-quattro mesi circa) con finalità di scambio, coesione ma anche di verifica dell’efficacia delle metodologie applicate;
• la valorizzazione delle competenze dei singoli partecipanti, alla ricerca di un’autentica sinergia di vedute, approcci, portati di esperienza per il raggiungimento dell’obiettivo comune del cantiere;
• l’attivazione di momenti formativi ‘aperti’ in cui trasferire linee guida di metodo sulla gestione e sui contenuti del cantiere e al contempo sollecitare feedback da parte dei partecipanti sulla loro applicazione nella realtà, secondo un meccanismo in alcuni frangenti vicinissimo al coaching di gruppo;
• la presenza continua di una riflessione non solo relativa a cosa è stato raggiunto, ma anche a come è stato raggiunto, quali comportamenti vincenti sono stati attivati, quali miglioramenti negli atteggiamenti di ognuno, nel modo di relazionarsi, nello scambiare le idee, nel grado di collaborazione e coesione, nel percorso di costruzione della fiducia tra i membri del team e di sviluppo della maturità di quest’ultimo, con la finalità di cementare l’autoconsapevolezza rispetto ai comportamenti e quindi la loro ripetibilità nel tempo.

 

 

Tale approccio ci ha consentito non solo di ottenere risultati di razionalizzazione procedurale, organizzativa, di processo o di sistema informativo, molto significativi, ma anche di – riflettendo sul modo in cui tale risultato è stato raggiunto – costruire l’attitudine a confrontarsi sul modo di fare le cose per migliorarsi continuamente, in una parola: la collaborazione interfunzionale, probabilmente la vera capacità decisiva ed emblematica delle aziende di autentico successo.

Sezione: formazione e sviluppo

Tag: cantiere miglioramento continuo, action-learning, valorizzazione, collaborazione interfunzionale

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