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Come sta cambiando il ruolo del direttore risorse umane che oggi deve necessariamente fare i conti con un mercato del lavoro in difficoltà? Quali canali utilizza per cercare i migliori ‘talenti’? Quali strategie adotta per aumentare il livello di soddisfazione dei dipendenti? Michael Page, società leader nel recruitment specializzato in ambito middle e top management, ha realizzato un’indagine che ha analizzato tra settembre e novembre 2012 il ruolo di ben 4348 leader nelle risorse umane di ogni parte del mondo, di cui 500 in Italia, impiegati in diverse tipologie di aziende per dimensioni e settore. Leggi tutto >

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A cura della Redazione

I giovani hanno molte difficoltà a trovare lavoro in Italia e spesso sono costretti ad accettare posizioni inferiori al loro livello di istruzione, anche perché secondo 7 lavoratori su 10 l’esperienza è più importante dell’educazione per trovare un’occupazione adeguata.
Per il 73% dei dipendenti non esiste nemmeno la certezza di mantenere il posto attualmente ricoperto e metà di questi cederebbe parte dello stipendio in cambio di garanzie sulla sicurezza del proprio lavoro. E così, in una situazione di profonda incertezza, il 65% dei lavoratori si trasferirebbe in un altro Paese per trovare l’impiego che sta cercando.
In un mercato del lavoro complesso, le società di recruiting assumono un ruolo chiave nella connessione tra domanda e offerta: il 55% dei lavoratori italiani si rivolgerebbe a un’agenzia specializzata se si trovasse disoccupato. Mentre quasi tutti dichiarano di preferire un lavoro temporaneo piuttosto che rimanere senza lavoro e 6 su 10 ritengono che questo possa essere un trampolino di lancio per trovare successivamente un impiego a tempo indeterminato. È quanto emerge dal Randstad Workmonitor, l’indagine sul mondo del lavoro realizzata da Randstad, seconda azienda al mondo nel mercato delle risorse umane, nel secondo trimestre 2013. Lo studio è stato dedicato in particolare alla partecipazione al mercato del lavoro, attraverso un sondaggio sottoposto a lavoratori dipendenti di 32 Paesi nel mondo.
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A cura della Redazione

A seguito del Decreto Lavoro del Governo Letta, approvato ieri dal Consiglio dei Ministri, trasmettiamo la posizione del CEO di Gi Group Stefano Colli-Lanzi. “Il Decreto Lavoro così come rappresenta un provvedimento dagli aspetti positivi e negativi e, in generale, alcuni temi apicali sono stati toccati solo parzialmente.

Tra gli aspetti positivi: la priorità della disoccupazione giovanile affrontata con uno stanziamento di circa 800 milioni di euro destinati a promuovere forme di occupazione stabile per i giovani fino a 29 anni; l’impianto della Riforma Fornero, inteso come lotta alle forme di flessibilità spuria − P.Iva e contratti a progetto che significano ‘precariato’ − è stato sostanzialmente mantenuto. Leggi tutto >

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di Marco Lisi

La crisi è innegabile. Ma bisogna uscirne, in un modo o nell’altro. È il momento per tutti di chiarire le basi del proprio lavoro e re-inventarsi seguendo pochi ma importanti obiettivi per fare il possibile per la propria organizzazione. Creatività, innovazione e spirito di servizio: la chiave sfidante che dà nuovo significato alla nostra professionalità. Già, ma non solo. Intelligenza emotiva, coscienza delle proprie responsabilità sociali, attenzione al dettaglio e visione etica della professione e della vita, umiltà, rispetto e tolleranza. Asset di base con cui è possibile vincere la crisi. Leggi tutto >

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