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di Francesco Donato Perillo
Lo status del dirigente in SCA.ma Industries SpA era diventato ormai qualcosa di acquisito e d’indiscusso, come il privilegio dell’Ad di pranzare a mensa, in uno spazio riservato, servito da un cameriere dedicato; così come acquisito era il diritto del dipendente comune a ritagliarsi ampie quote di straordinario non lavorato o a trattenersi in pausa pranzo ben oltre la mezz’ora concessa. In fondo si era nel tempo stabilito una sorta di scambio, di patto tacito e collusivo tra la testa e le membra, tra la direzione e i dipendenti. Tale Alessio Cavedoni, dirigente del Commerciale, detto da taluni ‘il cavaliere’ e da altri ‘il Magna’, noto per la sua corporatura da bonzo e i capelli untuosi, da solo si era mangiato per rappresentanze e missioni l’equivalente dei costi messi a budget per la manutenzione delle attrezzature dell’intera azienda. Pagamenti per suite all’estero intestati a intere delegazioni mai partite, contributi da capogiro a sconosciute agenzie per partecipazioni a mostre e fiere di cui in azienda non si era mai parlato, acquisti nei mega stores di Dubai per oggettistica da regalo destinata a oscure personalità, e quant’altro. Un fiume di denaro che aveva esondato e allagato le campagne, danneggiando non solo il raccolto, ma la stessa dignità di chi ci lavora1.