Tag: Persone&Conoscenze

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26 marzo, Milano: si apre con il Convivio il ciclo di eventi ‘Risorse Umane Non Umane’, organizzato dalla casa editrice Este e dalla rivista Persone & Conoscenze, che quest’anno festeggia i dieci anni di vita. Un’intera giornata in compagnia di imprenditori, manager, uomini di cultura e naturalmente direttori del personale, con l’intenzione di creare occasioni di riflessione per chi, in azienda, si occupa di persone. Leggi tutto >

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a cura della Redazione

Cari lettori,

a causa di un ritardo avete ricevuto solo oggi gli ultimi numeri Persone&Conoscenze e Sviluppo&Organizzazione insieme al calendario 2014 di ESTE. Ci scusiamo con voi per queste settimane di attesa, nella speranza che non accada più.

Desideriamo, però, fornirvi delle motivazioni.

La redazione consegna un lavoro definitivo prima di Natale allo stampatore, che conclude la sua mansione nei primi giorni dell’anno. Le riviste, quindi, sono pronte a ‘volare’ lungo lo stivale per raggiungere le vostre belle scrivanie. Leggi tutto >

Tra libertà e fedeltà

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di Mauro De Martini

Recentemente ho avuto uno scambio d’idee con un responsabile del personale sul tema dell’interpretazione del ruolo. Mi raccontava che nella sua azienda i compiti non sono ben chiari. Ognuno li interpreta a modo suo. Così si sprecano risorse, le attività vengono svolte due o tre volte, da persone diverse. La gente non si parla e non c’è un vero obiettivo comune. Così le cose non possono che funzionare male. Mi diceva che tutto sarebbe molto più semplice se le aziende funzionassero come orchestre, in cui ogni ruolo è ben chiaro e definito, e in cui c’è una partitura certa, un obiettivo uguale per tutti. Nei giorni successivi, ho continuato a pensare alle sue parole, ragionando su quali siano le problematiche legate all’interpretazione musicale. Un modo piuttosto semplice di affrontare il tema è considerare l’interpretazione una ‘riproduzione sonora’ di quanto è scritto sullo spartito. Fino a qui, tutto sembra comprensibile. Tuttavia, se approfondiamo la nozione di ‘spartito’, le cose si complicano un po’. Nel corso della storia, il modo usato per rendere ‘riproducibile’ la musica è cambiato molto. Interpretare uno spartito del Seicento piuttosto che del Novecento presuppone competenze di contesto non banali, anche molto diverse tra loro. I musicisti si sono trovati sempre –e si trovano anche oggi– nella condizione di dover conoscere cose che non sono ‘scritte’ sulla carta. Leggi tutto >

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