Nella sua opera
Foreign Farmers, l’artista italiano
Leone Contini presenta una pergola all’interno dei giardini botanici della città di Palermo. L’opera fa parte della biennale itinerante di arte contemporanea Manifesta12.
La mostra esplora l’idea di giardino come luogo di movimento e migrazione. “I giardini sono luoghi in cui natura e cultura collaborano, dove gli ecosistemi stabiliscono una coesistenza tra ciò che è tossico e straniero.
Nel XXI secolo il giardino planetario è il luogo dove l’umanità sperimenta il suo rapporto con agenti non umani e i loro bisogni e dunque risponde alle urgenze del mondo contemporaneo in uno sforzo di cura”, si legge nel catalogo.
La pergola di Contini è il risultato diun lavoro di raccolta e coltivazione di semi di vario genere presso le comunità migranti presenti nel territorio italiano: dai contadini cinesi in Toscana, al giardino senegalese vicino a Venezia, all’agricoltura bengalese nei pressi di Palermo.
L’opera permette una lettura diversa del Made in Italy: prodotto qui, ma da stranieri con contenuti di origine estera. I semi sono sempre stati migranti, così come una buona parte del menù che oggi viene percepito come tipicamente italiano ha origine straniera.
I pomodori, prodotti noti come mediterranei, hanno una presenza nel continente europeo a partire dal momento della scoperta delle Americhe. Tutto ciò fa parte dell’evoluzione del nostro mondo, ma non soltanto, come sostiene l’artista: “Le recenti trasformazioni climatiche hanno oggi reso ogni contadino, per quanto stanziale, uno straniero in casa sua”.
La metafora del giardino che include, incorpora e cresce, ma che subisce anche trasformazioni radicali causate da un clima che cambia è senz’altro applicabile in tanti sensi anche alle organizzazioni di oggi.
In un mondo globale, le aziende accolgono sempre più persone, anche di diverse origini, con le loro competenze specifiche, in modo che l’organizzazione possa offrire
innovative soluzioni a un mercato sempre più affamato Leggi tutto >