|news| La formazione linguistica è, anche, un benefit aziendale

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La situazione italiana relativa all’apprendimento di una lingua straniera è disarmante e ci vede ultimi tra i Paesi europei. Secondo i dati di Job24, la sezione del Sole 24 ORE dedicata al mondo del lavoro, la maggior parte dei neolaureati italiani in cerca di lavoro (il 75% per la precisione) ha una conoscenza insufficiente dell’inglese, solo il 15% raggiunge la sufficienza, meno del 10% può vantare buone competenze e appena l’1% vanta un livello ottimo. Se questa vale per chi è in cerca di un lavoro, la situazione non varia di molto per tutti gli altri italiani. Secondo l’Eurobarometro infatti, uno studio pubblicato nel 2012 dalla Commissione Europea sul rapporto tra i cittadini europei e le lingue straniere, la diffusione delle lingue nella UE non ha ancora raggiunto ottimi livelli: si pensi che solo il 42% degli studenti di alcuni paesi europei è capace di tenere una conversazione in lingua straniera. E l’Italia? Il nostro paese si assesta nelle ultime posizioni, dimostrando un’arretratezza che va risolta nel più breve tempo possibile.

Nonostante infatti sia abbia la consapevolezza che conoscere una lingua straniera sia fondamentale soprattutto dal punto di vista professionale, i passi da fare sono ancora molti (sempre secondo l’Eurobarometro il 45% del campione ha affermato di aver avuto benefici professionali soprattutto grazie alla conoscenza di una lingua straniera).

Come modificare questo status quo?

Se la scuola e la famiglia hanno un ruolo fondamentale, il compito spetta anche ad altri soggetti come ad esempio il mondo aziendale. In questo ambito sembra quindi opportuno applicare nuove politiche di welfare aziendale all’insegna dei cosiddetti flexible benefits, benefit non monetari che possono però stimolare effetti positivi a catena che interessano l’ambito lavorativo, ma anche personale dei propri dipendenti.

A dispetto delle politiche di contenimento del welfare pubblico e a loro integrazione, le aziende forniscono una serie di prestazioni (benefit) che vanno ad aumentare il benessere familiare e individuale dei dipendenti: si va dall’auto aziendale ai libri di testo passando per spese sanitarie o asili nido.

Perché allora non offrire una formazione linguistica?

È questo l’obiettivo di aziende come MB Scambi Culturali che dal 1986 si occupa di offrire programmi di apprendimento cuciti sulla persona. E perché un’azienda dovrebbe investire sulla formazione linguistica dei propri dipendenti?

  • Ottimizzazione fiscale e contributiva.
  • Un dipendente che conosce una o più lingue straniere è un valore aggiunto per l’azienda.
  • Aumento della produttività.
  • Aumento dell’autostima e motivazione dei dipendenti.
  • Aumento dell’attrattività e miglioramento del clima aziendale.
  • Fidelizzazione del lavoratore: il vantaggio professionale si ripercuote anche sull’aspetto privato e familiare.

Una lingua straniera diventa quindi un benefit non solo per il mercato del lavoro ma anche per se stessi. In questo percorso MB Scambi Culturali può offrire alle aziende programmi personalizzati in base al livello di partenza di ogni dipendente, contando su un’esperienza ventennale in questo ambito. L’investimento nella formazione sostenuto dall’azienda avrà così un ritorno in termini di produttività e benessere dei propri lavoratori, donando un valore aggiunto altrimenti insperabile.

www.mbscambi.com

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