Knowledge Management, perché usare l’esperienza dei singoli

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di Angelo Canaletti

Knowledge Management ConceptIl Knowledge Management (KM) potrebbe avere la stessa sorte della matematica, dopo l’introduzione della macchina di Turing; in essa è inglobata, risolta e sviluppata. La adoperiamo e non ci accorgiamo che lavora per noi. Che matematici non siamo. La conoscenza è dentro ogni impresa, si sviluppa, contribuisce alla gestione dei processi, eppure non sempre è un asset che fa parte del progetto costitutivo, seminale. A essa non si associa la dovuta energia. L’impresa va osservata. Non per un gusto asettico di stare lì a guardare come girano le cose, tipo gli invidiabili vecchietti immancabili in tutti i lavori stradali, ma per un bisogno ingegneristico fondato. Se si osserva il sistema azienda si possono trarre informazioni sul suo stato e sull’evoluzione dinamica del suo stato, partendo dalla valutazione dei suoi output. Meglio ancora se lo si fa analizzando la coppia input/output.

Osservabilità quindi, da assumere oltre che come proprietà strutturale da far emergere, anche come strumento per la comprensione di una organizzazione. Un modo per formarsi. Considerando che un’impresa, nella forma del sistema azienda, è un mix interattivo uomo-macchina immerso nel mercato e poi in un contesto sociale, si comprende bene che la complessità non è prescindibile. Probabilmente, quindi, non basta la Teoria dei Sistemi, declinata come teoria del Controllo a fornire risposte e schemi comprensivi completi. Da essa però possiamo derivare un metodo.

Nell’ultimo anno e mezzo, mi sono trovato immerso in una varietà ampia di organizzazioni aziendali riferite ai più diversi settori produttivi, di merci e di servizi, con un’intensità che non avevo sperimentato prima. La consulenza per le Diagnosi Energetiche, ai sensi del D.lgs 102/2014, mi ha permesso di osservare le logiche e i processi che sottendono le lavorazioni metalmeccaniche, alimentari, tessili, plastiche, della carta, dell’illuminotecnica, del cleaning industriale e quelle dei servizi bancari e ospedalieri. In numero tale  da riempire il mio tempo lavorativo in modo esaustivo e spesso dilatato. Ho quindi osservato da vicino, oltre alla fatica delle persone e alla dedizione, tutta l’intelligenza che viene riversata nel lavoro, nelle macchine e nei processi produttivi organizzati. Mi è sembrato di vedere l’energia nel suo fluire, come concetto astratto e come potenza messa al lavoro. Energia in ingresso, prodotti in uscita. In fondo, propriamente, di diagnosi energetiche si trattava!

L’articolo completo è pubblicato sul numero di Aprile 2017 di Persone&Conoscenze
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*Angelo Canaletti è Socio fondatore di AEL Srl di Civitanova Marche, società che si occupa di energia, declinata in termini di efficienza, sicurezza, produzione da fonti rinnovabili. Ha svolto attività di consulenza e ricerca in ambito KM, partecipando come relatore a diverse sessioni del W3C, per conto di alcuni istituti nazionali per lo sviluppo di tecnologie basate su reti neurali e sistemi di ricerca su basi documentali massive. Ha inoltre svolto attività di formazione (KM, organizzazione, produzione) e sviluppo software open source.

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