Intoo: employability nell’editoria

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Ieri 8 aprile il Palazzo del Lavoro di Gi Group ha ospitato l’appuntamento Focus employability: come garantire un futuro alle persone e alle organizzazionipromosso da Intoo affiancata da Este−, rivolto alla direzione generale e alla direzione Hr e organizzazione di aziende del comparto editoria.

“La velocità con la quale il mercato si muove fa emergere la necessità di un confronto aperto e attivo quale vuole essere l’incontro di oggi –spiega l’amministratore delegato di Intoo, Cetti Galante, introducendo i lavori−. L’editoria è uno dei settori di mercato più impattati dai cambiamenti, soprattutto per quanto riguarda l’evoluzione tecnologica. Le case editrici di ogni dimensione e i grandi gruppi editoriali italiani più di altri si trovano oggi ad affrontare la sfida dell’‘incontro generazionale’ in azienda. Da un lato i giovani avvezzi alla tecnologia che con grande capacità gestiscono i ‘nuovi media’ e le ‘trasformazioni’ dei prodotti editoriali, dall’altro vi è la popolazione over 50 che ha fatto la storia dell’editoria italiana: entrambe le generazioni sono un patrimonio inestimabile da sviluppare e valorizzare.

Non solo mentoring e reverse mentoring –continua Galante−, un’altra grande sfida si gioca oggi sulle competenze ‘soft’. Oggi abbiamo necessità di una leadership più forte, maggior capacità di lavorare in team, di comunicare, di relazionarsi, di essere flessibili e di saper gestire le persone, spesso in remoto.

Partire dall’analisi dei ruoli chiave nell’organizzazione è la nostra strada: da qui parte la metodologia utilizzata da Intoo. Grazie all’esperienza nella analisi delle competenze e nella lettura delle potenzialità delle persone, individuiamo le criticità emergenti di ciascun profilo, proprio in chiave di cura dell’employability e, dunque, di prevenzione.”
Come? “A valle dell’analisi dei ruoli vengono misurati i gap di competenze hard e soft e si avviano interventi diversificati che mirano a ridurre e annullare le carenze. La matrice dei ruoli in azienda oggi più che mai deve essere dinamica per poter affrontare e anticipare le sfide del business dei prossimi anni. Ecco che formazione, coaching, analisi competenze e assessment devono essere quindi priorità costanti per affrontare il presente e altrettanto assicurarci un futuro, per le persone e le organizzazioni.

Affrontare con approccio pragmatico e modulare il tema delle competenze e dell’impiegabilità delle persone rientra nella ‘cultura della prevenzione’: intercettare le inefficienze significa evitare rallentamenti organizzativi e impatti sui costi. Da un lato le aziende sono chiamate a lavorare con maggiore intensità in chiave di prevenzione nel colmare precocemente i gap; dall’altro anche le persone sono chiamate a essere proattive nel loro aggiornamento continuo, contribuendo al mantenimento e miglioramento di un’azienda sempre competitiva. Ovviamente siamo consapevoli che non si possono supportare tutti, per questo suggeriamo di creare delle priorità sui ruoli strategici per definizione e poi su quei profili tecnici o specializzati che non è facile reperire sul mercato, andando a colmare i gap piccoli, massimizzando così il risultato finale. Noi lo sperimentiamo ogni giorno nei percorsi di outplacement −continua Galante−: le persone se stimolate e guidate nel colmare i loro gap di competenze soprattutto soft, ripartono facilmente e ne ricavano una spinta di motivazione enorme”.

Professionisti Hr di grandi aziende editoriali al tavolo dei relatori testimoniano l’importanza di colmare i gap di competenze in un’ottica di prevenzione per mantenere l’aderenza necessaria tra le persone e il loro ruolo. Grazie al contributo di Giovanni Lanza, Responsabile Selezione di Mediaset, Francesca Manili Pessina, EVP, Hr Organization & Facility Management di Sky Italia e Vito Ribaudo, Hr Manager di RCS Mediagroup, emerge l’importanza di una formazione continuativa e di interventi di coaching mirati e ‘cuciti’ sul singolo. Dagli speech degli intervenuti accogliamo l’attenzione particolare che l’Hr deve dedicare soprattutto ai capi: coloro che tutti i giorni sono a contatto con il proprio team, nei quali le persone stesse identificano l’‘entità’ azienda, hanno il dovere –anche etico− di prendersi cura delle proprie persone. Solo in questo modo avremo persone felici, coinvolte e più produttive all’interno delle nostre organizzazioni. E, di conseguenza, il nostro business ne trarrà vantaggi competitivi.

www.intoo.it

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