Gli ingredienti per il successo dei giovani? Passione e cuore

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INTERVISTA FASTWEB

a cura di Daniela Rimicci

 

Il momento socio-economico è complicato. E non è una novità. Eppure le possibilità non mancano. Certo, bisogna saperle cogliere. Qual è la ricetta per contrastare un presente e futuro incerti? Un progetto di job rotation tra diverse realtà aziendali, Employability 2.0 sviluppato da Inforgroup, permette a giovani e aziende di condividere valori, vision e mission in un’esperienza unica.

Tra diverse importanti aziende, anche la nota Fastweb ha aderito al progetto. Abbiamo raccolto il contributo di Roberto Biazzi, direttore del personale, che racconta i punti salienti dell’iniziativa, i risultati ottenuti e offre ai giovani uno spunto di riflessione per affrontare il mondo del lavoro attuale.

 

Fastweb ha partecipato al secondo intake del progetto Employability 2.0. Quali ragioni vi hanno spinto ad aderire a questo progetto e che esperienza state vivendo?

Tra le ragioni principali per cui abbiamo intrapreso questo percorso vi è un messaggio forte a tutto il mercato del lavoro: la nostra attenzione particolare all’inserimento di giovani in azienda. Fastweb nasce 14 anni fa come ‘azienda molto giovane’: la mission è chiara. La società è nata con un progetto innovativo, realizzare una rete di nuova generazione interamente basata su protolocco Ip, che si è rivelato di successo.Da subito abbiamo attratto giovani in azienda che si sono uniti a noi: l’età media, nei primi anni, era ben inferiore a 30 anni! I talenti che abbiamo inserito negli anni hanno rappresentato la base degli ottimi risultati ottenuti dall’azienda. L’adesione al progetto Employability 2.0 delinea l’impegno continuo di Fastweb a investire sui giovani talenti in cui crede e prima di tutto nell’innovazione. Un’iniziativa come questa ci permette di portare delle esperienze giovani in azienda in modo innovativo.

Employability 2.0 vive sul concetto di job rotation; fra meno di un anno i vostri giovani entreranno in altre realtà e voi accoglierete ragazzi e ragazze che hanno fatto un’esperienza di un anno in altre aziende. Che tipo di persone vi aspettate e come vi state preparando a vivere questa esperienza assolutamente nuova e innovativa?

I concetti di job rotation e di condivisione di esperienze con altre realtà aziendali sono proprio i punti cruciali per i quali abbiamo scelto di prendere parte al progetto. Soprattutto in questo momento storico di pressioni sulle aziende, ritengo sia necessario percorrere strade nuove, aperte alla condivisione di esperienze che fino a oggi non sono mai state sviluppate. Il mercato in questo momento non ha bisogno di imprese conservative come in passato, ma di organizzazioni che investano e mettano a frutto le proprie potenzialità, competenze, conoscenze e capacità. Questo progetto porta con sé un valore inestimabile sia per i giovani sia per le aziende: ci mette nella condizione di poter offrire ai ragazzi l’opportuni tà di misurarsi in esperienze differenti e di portare con loro il bagaglio culturale e professionale acquisito. Si tratta di una vera e significativa opportunità di sharing di esperienze, modalità, processi, approccio a tematiche diverse che consentono di valorizzare le differenze quanto fattori comuni tra le aziende partecipanti, anche in un’ottica di cogliere nuovi spunti di riflessione.

Partecipare al progetto significa anche condividere valori imprenditoriali e sociali, una vision comune con altre realtà coinvolte. In che modo la partecipazione a Employability 2.0 ha influito sui rapporti con le altre organizzazioni coinvolte?

Fastweb ha intrapreso il progetto in modo graduale: siamo partiti con un numero contenuto di ragazzi in condivisione con Sky, azienda con la quale abbiamo in essere una partnership commerciale importante. L’obiettivo del progetto di condivisione è sviluppare nei ragazzi la consapevolezza dell’importanza di creare una community tra aziende. In questo modo il legame che si crea tra le organizzazioni può facilitare l’acquisizione di valori importanti quali apertura, flessibilità e dinamicità nel confronto esperienziale. Ecco un’ulteriore nota positiva di questa iniziativa: mettere allo stesso tavolo organizzazioni con temi e problematiche comuni che vanno oltre al progetto per confrontarsi, trovare spunti e soluzioni innovative.

Roberto Biazzi, direttore del personale di Fastweb

Una grande azienda cosa si aspetta, oggi, da un giovane che entra nel mercato del lavoro? Quali competenze, atteggiamento, approccio sono necessari per chi si avvicina per la prima volta a una realtà professionale?

Per definire l’approccio con cui i giovani dovrebbero rivolgersi al mercato del lavoro può essere utile un confronto con quanto accadeva in tempi passati. I riconoscimenti scolastici e universitari conferivano già di per sé un ruolo o una strada ‘segnata’. Rispetto a oggi il cambiamento è radicale: si è modificato il mercato quanto le aspettative. Si ha bisogno di grande dinamicità, apertura versi il cambiamento, grande capacità di mettersi in gioco e disponibilità a seguire percorsi professionali estremamente diversificati. Questo è, a mio avviso, l’approccio adeguato con cui i giovani devono proporsi verso le esperienze di lavoro.

Una fase molto delicata del percorso è stata la selezione: non solo per i requisiti, ma per la specificità della doppia valutazione da parte di due aziende. Quali sono state le principali differenze rispetto a una selezione ‘classica’?

La selezione classica porta spesso ad avere preconcetti e condizionamenti in quanto riguarda principalmente la ricerca di figure professionali che rispondano a uno specifico profilo con caratteristiche ben definite. Con questo tipo di selezione ‘doppia’ si è avviato un processo di condivisione tra le aziende che, prima di tutto, prescinde da bisogni immediati e porta con sé una prospettiva più di medio termine e, infine, una maggiore apertura nel ricercare proprio competenze e attitudini adatti al percorso dinamico e flessibile di questi candidati.

Il progetto è una forte alternativa per i giovani che guardano all’estero. Che valore assumono le esperienze e lo sguardo internazionali nel lavoro di tutti i giorni?Le esperienze di respiro internazionale dei nostri ragazzi hanno un valore grandissimo: oggi stiamo rischiando di vederle solo come una fuga dal Paese. In realtà un’esperienza di questo tipo, a parità di stranieri che la svolgono in Italia, non può che portare un vento di freschezza e innovazione ad ampio respiro, sia per i ragazzi sia all’interno delle organizzazioni che ne beneficiano. L’interscambio culturale è uno snodo fondamentale di crescita sul quale oggi si deve lavorare, a partire dal sistema scolastico-universitario. La cosa importante, a mio avviso, è creare opportunità di ritorno, affinché l’andare all’estero non diventi un ‘biglietto di sola andata’. L’impegno del mondo del lavoro e dei progetti come Employability 2.0 deve essere proprio questo: preparare il terreno e costruire le ‘porte di ritorno’ dei propri ragazzi quanto ‘porte di ingresso’ per i giovani stranieri verso l’Italia.

Crescere quella che un giorno sarà la classe dirigente di questo Paese è un ruolo delicato e pieno di responsabilità. Quali valori cercate di trasmettere?

È certamente un impegno molto importante. Ogni persona in azienda, soprattutto chi lavora nella funzione Hr, deve sentire questa responsabilità. Ogni organizzazione ha i propri valori: i ragazzi sono esposti in ogni esperienza a contesti nuovi, ognuno con le sue peculiarità. Ci sono però tre elementi, comuni in ogni realtà, che possono trasmettere a questi ragazzi esperienze valoriali:

• il capitale più importante da cui passano le storie di successo: far capire sempre di più che le aziende sono fatte di persone;
• partecipazione, ascolto e accoglienza: far capire che le aziende sono disposte ad ascoltare chiunque nell’ottica di accogliere idee innovative e il valore che portano con sé;
• eticità: spostare un concetto di risultato operativo legato alla propria responsabilità a una sfera ‘sociale’.

Negli ultimi anni sono stati fatti dei grandi ripensamenti all’interno delle aziende in termini di valori condivisi, e questo progetto ne è un esempio. Certo, è evidente che le imprese nel mirino al profitto per poter esistere. È però importante far capire ai giovani che il raggiungimento degli obiettivi parte prima di tutto dai valori, dalla profonda coscienza che non si tratta solo del risultato finanziario per gli azionisti ma di un risultato condiviso. È un impegno che tutte le organizzazioni e la nuova generazione devono assumersi, anche perché quest’ultima sarà la futura classe dirigente.

Che messaggio vuole lasciare ai giovani che si affacciano al mondo del lavoro?

Seguire le proprie passioni. Non solo fare ciò che piace ma affrontare con entusiasmo tutte le sfide e le opportunità che la vita ci pone sul cammino. Con la passione e il cuore si raggiungono degli obiettivi grandissimi.

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