Cetti Galante: outplacement obbligatorio per le aziende che licenziano

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Politiche attive del lavoro. L’AD di Intoo, Cetti Galante: outplacement obbligatorio per le aziende che licenziano

Cetti Galante, Amministratore Delegato di INTOO
Cetti Galante, Amministratore Delegato di INTOO

“Il Jobs Act di Matteo Renzi ha avuto indubbiamente il merito di riportare sotto i riflettori il tema lavoro. Anche altre forze politiche hanno messo sul tavolo le rispettive proposte e tutto ciò è senza dubbio positivo. Tuttavia non è ancora emersa con sufficiente chiarezza la necessità di implementare un efficiente sistema di politiche attive finalizzato alla ricollocazione professionale. Continuare a focalizzarsi sulle politiche passive non basta: non educa la persona a reimpiegarsi attivamente e in modo celere nel mercato del lavoro ed è un sistema troppo oneroso (5,4 miliardi spesi in CIG secondo la CIGL dal 2008 a oggi −Fonte dati: Osservatorio CIG della CGIL nazionale, rapporto di dicembre 2013−).

Non possiamo che essere favorevoli all’iniziativa promossa nelle ultime settimane dal ministro Giovannini: prevede l’attivazione di un piano straordinario, a fianco delle Regioni, a favore delle politiche attive del lavoro e consente di sviluppare nuovi strumenti per aumentare le opportunità di occupazione e per la ricollocazione dei lavoratori che fruiscono di ammortizzatori.

Tra queste una delle leve fondamentali è l’outplacement. Sono convinta che i tempi siano maturi per rendere obbligatorio il servizio di outplacement per le aziende che licenziano. Se correttamente gestita tra attori pubblici e società private specializzate, questa strategia porterebbe benefici alle persone e una sensibile riduzione dei costi per lo Stato: l’effetto primario di un supporto costante e tempestivo nella ricollocazione professionale è quello di accelerare di almeno 6 mesi in media i tempi di reinserimento.

Lo conferma la mia esperienza quotidiana alla guida di Intoo, principale attore nazionale nella ricollocazione professionale. Ogni anno seguiamo circa 3.000 persone con programmi di continuità professionale, individuale o collettiva. Il 90% rientra nel mercato del lavoro in circa 6 mesi, il 30% direttamente a tempo indeterminato (contro una media nazionale del 17%), la restante parte a tempo determinato o a partita IVA, specie nei casi di persone over 50, soprattutto tra ex manager è frequente il supporto a progetti di micro-imprenditorialità”.

Cetti Galante, Amministratore Delegato di Intoo (Gi Group)

www.intoo.it

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