Ascolto organizzativo

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di Francesco Donato Perillo

Lo status del dirigente in SCA.ma Industries SpA era diventato ormai qualcosa di acquisito e d’indiscusso, come il privilegio dell’Ad di pranzare a mensa, in uno spazio riservato, servito da un cameriere dedicato; così come acquisito era il diritto del dipendente comune a ritagliarsi ampie quote di straordinario non lavorato o a trattenersi in pausa pranzo ben oltre la mezz’ora concessa. In fondo si era nel tempo stabilito una sorta di scambio, di patto tacito e collusivo tra la testa e le membra, tra la direzione e i dipendenti. Tale Alessio Cavedoni, dirigente del Commerciale, detto da taluni ‘il cavaliere’ e da altri ‘il Magna’, noto per la sua corporatura da bonzo e i capelli untuosi, da solo si era mangiato per rappresentanze e missioni l’equivalente dei costi messi a budget per la manutenzione delle attrezzature dell’intera azienda. Pagamenti per suite all’estero intestati a intere delegazioni mai partite, contributi da capogiro a sconosciute agenzie per partecipazioni a mostre e fiere di cui in azienda non si era mai parlato, acquisti nei mega stores di Dubai per oggettistica da regalo destinata a oscure personalità, e quant’altro. Un fiume di denaro che aveva esondato e allagato le campagne, danneggiando non solo il raccolto, ma la stessa dignità di chi ci lavora1.

Ascolto organizzativoSituazioni del genere non erano infrequenti, prima che la grande crisi del 2008 non spingesse le aziende di tutto il mondo a serrare i ranghi e a bandire una caccia agli sprechi senza precedenti. Ma in queste operazioni di radicale cambiamento di gestione è inevitabilmente entrata in gioco la credibilità del management: gli stessi che hanno gestito, o meglio ‘ingestito’, l’era delle vacche grasse sono stati ora chiamati a mettere i panni dei rigorosi normalizzatori. Tagli lineari, ritardi sistematici nel pagamento dei fornitori, disdetta di tutti i contratti precari, messa in cassa e in mobilità delle maestranze. Una politica del ‘si salvi chi può’, attuata con la più semplice delle ricette: il drastico passaggio dalla tolleranza al rigore, in cui si perde ogni ragionevole distinzione tra costi e investimenti, e tutto diventa ossessivamente costo. Dalla carta igienica alla formazione e alla ricerca, salvo il livello delle retribuzioni apicali e quello degli MBO, indispensabili leve per il conseguimento di obiettivi così ambiziosi. Il rischio evidente è che, una volta fuori dal tunnel, l’impresa perda ogni capacità di decollo. Il punto è che non si può essere manager per tutte le stagioni: chi ha gestito con lo stile ammiccante e collusivo degli anni grassi difficilmente padroneggia le competenze che servono per mettere in sicurezza l’impresa e guidarla fuori dal tunnel. Quando, come sta accadendo in questi anni difficili, a franare è l’intero sistema, dentro e fuori l’azienda, non ci sono ricette e procedure di emergenza da attivare. Occorre generare dentro l’organismo aziendale e anche fuori, nel contesto in cui esso vive e si muove, un comune sentire: la percezione di una meta raggiungibile nonostante le avversità. Occorre saper svelare con precisione e realismo le opportunità nascoste tra le pieghe della crisi, costruire il futuro prossimo facendo leva sui valori condivisi, sulla partecipazione più che sul controllo. È questa una nuova competenza, che certamente attiene alla dimensione della leadership, ma che più specificamente possiamo definire come capacità di ascolto e guida organizzativa. Difficile che sia nelle corde di un certo tipo di manager di ieri, se è vero che la credibilità personale e le ‘virtù’ ne sono le precondizioni. L’ascolto organizzativo è appunto capacità di sentire il battito del cuore aziendale e, a partire da quello, di costruire relazioni di lungo termine con i propri stakeholder, a cominciare dai collaboratori. L’onestà è la virtù che lo sorregge: onesto deriva da «onore», e onore è sia la buona reputazione di cui si gode all’interno di un gruppo sociale, sia l’intima consapevolezza della propria dignità2. Altamente improbabile che quel tale Alessio Cavedoni, direttore commerciale della SCA.ma Industries SpA, esperto in trastole, magheggi e pacche sulla spalle, possa tirar fuori la sua capacità di ascolto organizzativo. Non vi pare? 

1 Romanzo aziendale, Francesco Perillo, in corso di pubblicazione

2 Viaggio nel vocabolario dell’etica, Cardinale Martini, 1993

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